23 giugno 2025
Aggiornato 09:30
agtech

Questa startup sta costruendo la fattoria «idoor» più tecnologica al mondo

Bowery sta applicando la robotica, l'apprendimento automatico e l'analisi predittiva al settore agricolo

Questa startup sta costruendo la fattoria «idoor» più tecnologica al mondo
Questa startup sta costruendo la fattoria «idoor» più tecnologica al mondo Foto: Shutterstock

NEW YORK - Sarà costruita nel New Jersey e sarà la fattoria «indoor» tecnologicamente più sofistica del mondo. A realizzarla una startup americana, Bowery, specializzata in vertical farming. Questo è il suo secondo impianto (ne possiede già un primo nelle vicinanze) e fornirà 100 tipi di verdure a foglia, erbe per cibi integrali e foraggio.

Un mercato in crescita
La vertical farming è un metodo non tradizionale per coltivare le colture, che consente una facile raccolta, nessun effetto del clima, un'elevata resa, un uso minimo di pesticidi, un minor fabbisogno di superficie e un minore consumo d'acqua. Ad esempio, un ettaro di agricoltura verticale equivale a nove ettari di agricoltura tradizionale all'aperto e risparmia quasi 200 tonnellate di acqua al giorno. Il mercato mondiale della vertical farming è stato valutato a 1,5 miliardi di dollari nel 2016 e si prevede che raggiungerà i 6,4 miliardi di dollari entro il 2023, crescendo fino al 23,6%. La crescita è essenzialmente dovuta all’aumento della popolarità degli alimenti biologici, della popolazione urbana e la diminuzione dei sementi. Tuttavia, gli elevati investimenti iniziali e il coinvolgimento delle tecnologie emergenti un po’ ostacolano questa crescita.

Robotica e dati a servizio dell’agricoltura
Bowery è riuscita, tuttavia a farsi largo tra gli investitori. La startup, con sede a New York, nel mese di maggio, ha raccolto 20 milioni di dollari con un round di serie A da investitori tra cui General Catalyst, GGV e GV (già Google Ventures). Bowery sta applicando la robotica, l'apprendimento automatico e l'analisi predittiva al settore agricolo, un segmento dell'economia che è stato lento ad adottare la tecnologia e i progressi digitali. L'azienda ha sviluppato quello che è detto è un sistema software proprietario, completo di una robusta rete di sensori che richiede dati in tempo reale per determinare i risultati come la qualità, la consistenza, il colore e la resa delle sue piante. «Il software è il cervello della fattoria», ha detto Irving Fain, CEO e fondatore di Bowery.

Piccole regolazioni - flusso d'acqua, intensità della luce, temperatura, umidità - possono poi essere somministrate in risposta ai dati inseriti per influenzare i risultati come gusto e sapore. E’ possibile, ad esempio, coltivare una varietà di senape precisa se si vuole un sapore più piccante e più speziato di quello tradizionale. Queste modifiche vengono automaticamente introdotte nel sistema, sulla base dei dati raccolti.

I fondatori dicono che Bowery è 100 volte più efficiente di un appezzamento di terreno agricolo, soprattutto perché le piante possono crescere per 365 giorni all’anno, indipendentemente dalla stagione e in un ambiente completamente controllato. Bowery, in più, non utilizza pesticidi o agrochimici. Il modello Bowery si basa anche su una crescente domanda di cibo locale. Dal momento che la fattoria si trova nel New Jersey, i suoi prodotti vengono poi distribuiti in tre Stati. La vicinanza con il cliente, chiaramente, rappresenta un vantaggio poiché è sinonimo di qualità. Sempre più spesso, in più, i consumatori tendono ad associare i prodotti coltivati con queste tecniche a quelli biologici, proprio in conseguenza dell'assenza di pesticidi.