Perchè Genova può essere la «nuova» culla della trasformazione digitale
A Genova apre Digital Tree un hub per lo sviluppo delle tecnologie legate all'intelligenza artificiale

GENOVA - «Quando pensiamo a Genova tra 10 anni ci viene in mente una città degli Stati Uniti d’America, che da sempre ha basato la propria crescita sul porto, finché le attività di logistica e trasporti via mare sono andate in crisi, data la crescita della vicina Cina». Andrea Pescino, CEO Softjam e amministratore di Digital Tree, il nuovo hub tecnologico di Genova, parla di Seattle, capoluogo della contea di King, nello Stato di Washington sulla costa occidentale.
«A luglio 2013 Seattle è stata la città a più rapida crescita degli Stati Uniti, raggiungendo un tasso di crescita del 3,1% nel 2016, grazie alla trasformazione dell’area in un centro tecnologico e il conseguente insediamento di importanti aziende come Microsoft e Amazon nel territorio. Il flusso di nuove società di software, biotecnologie ed Internet ha portato a una ripresa economica, che ha aumentato la popolazione della città di quasi 50.000 abitanti tra il 1990 ed il 2000. La medesima crescita crediamo sia possibile da raggiungere a Genova, con la creazione di competenze sul tema dell’innovazione e dell’intelligenza artificiale e l’applicazione delle stesse nei diversi business».
Le ambizioni di Digital Tree sono sicuramente molto elevate, ma il capoluogo ligure ha tutte le carte in regola per poter giocare questa partita. Nonostante la Liguria sia una delle regioni a sfornare meno startup (incide l’1,8% sul totale nazionale con 134 startup, dati MISE), negli ultimi mesi ha assistito a una rapida ripresa. Ora si punta tutto sull’intelligenza artificiale, vero motore della crescita per la nostra industria italiana. Digital Tree è questo, è un luogo dove trovano il loro spazio i talenti dell’intelligenza artificiale. «Con Digital Tree – Innovation Habitat, abbiamo il sogno di poter contribuire non solo alla costruzione di una identità per la città, ma anche essere trend setter della ‘digital transformation’ del Paese e rendere accessibili a molti le opportunità di lavoro generate dall’innovazione economica e sociale della quarta rivoluzione industriale», afferma Marco Bressani, CEO Mixura Srl e amministratore di Digital Tree. L’obiettivo, ci spiega, è quello di sviluppare competenze in particolare nel mondo dell’intelligenza artificiale, del machine learning e del cognitive computing, consapevoli che questi temi saranno alla base del futuro e tali tecnologie popoleranno le fabbriche del domani. A cosa servono? A costruire nuovi robot collaborativi che possano aiutare l'uomo nelle sue mansioni, oppure ad analizzare meglio i dati che produce un'azienda, per ottimizzare la sua produzione industriale. L'AI è estremamente legata all'industria del futuro.
«Digital Tree è uno spazio fisico, che diventa spazio culturale e produttivo, un ecosistema dove l’innovazione nasce e si sviluppa ‘naturalmente’ attraverso percorsi collaborativi multi-stakeholder - continua Pescino -. Nel building di viale Cembrano, aperto al territorio, trovano spazio contestualmente realtà diverse, interdipendenti e in grado di generare valore l’una per l’altra: l’academy, l’incubatore di startup, gli spazi di co-working e le aziende come SoftJam e Mixura, artefici del progetto». Un spazio dove assistere a numerosi eventi e dove le startup ( a cui è stata offerta una call aperta fino a marzo) potranno affrontare un programma di accelerazione e avere il supporto di un qualificato team di advisor per svilupparsi e sbarcare presto sul mercato.
Ma Digital Tree è anche Academy e quindi formazione, il nostro tallone d’achille. In media, soltanto il 30% degli studenti universitari, conosce la definizione corretta di strumenti dell’innovazione digitale applicati al business come «mobile advertising», «cloud», «fatturazione elettronica» o «big data» (erano il 25% due anni fa), mentre ben il 60% non ha mai sentito nominare alcune delle principali aree dell’innovazione digitale, come blockchain, Internet of Things o Industria 4.0. Passando dalla teoria alla pratica il divario diventa più evidente: solo un universitario su cinque (il 21,5%, contro il 18,6% del 2015) mediamente ha un'esperienza concreta nella gestione di progetti digitali. «Ai giovani di oggi direi di considerare seriamente la direzione che il mercato del lavoro sta prendendo - commenta Edoardo Carpiceci, General Manager di Digital Tree -. L’ultimo Osservatorio per le Competenze Digitali segnala più di 175.000 posizioni vacanti in ambito ITC ed il settore dell’Intelligenza Artificiale è in crescita esponenziale nel prossimo triennio».
L’obiettivo dell’Academy è quindi quello di dare a vita a competenze digitali sul territorio, attraverso attività di svariata natura, per utenti, studenti o aziende, che siano corporate tradizionali orientate al re-skilling delle proprie risorse, sia che siano startup innovative in fase di incubazione. «Academy sarà anche teatro di eventi di nutrimento culturale per il territorio in senso più ampio, con iniziative permanenti mirate ad aumentare il grado di consapevolezza della comunità locale rispetto ai cambiamenti che l’innovazione tecnologica può generare». Dai corsi di Fun Coding con Minecraft per i bambini dai 7 agli 11 anni circa, all’introduzione al Digital per la popolazione più anziana. «Digital Tree si offre come luogo di creazione di competenze digitali per l’intera società».