26 aprile 2024
Aggiornato 07:30
normativa

Startup, come tutelare la propria idea

Tutelare la propria idea, per una startup, è una fase molto importante del processo imprenditoriale. Ecco i vari modi in cui è possibile tutelare un'idea

Startup, come tutelare la propria idea
Startup, come tutelare la propria idea Foto: Shutterstock

MILANO - Chi fa startup sa bene quanto l’idea sia solo il primo barlume di un lungo lavoro. «L’idea da sola non basta, se non è seguita da una corretta execution». In anni di approfondimenti sul mondo delle imprese innovative è, senza dubbio, la frase che ho sentito di più. Una sacrosanta verità, seguita - pari passo - con il timore che accompagna gli imprenditori, spesso spaventati di dover cedere il proprio progetto a una corporate più grande o addirittura che «qualcuno gli rubi l’idea», qualora ne parlassero troppo in giro. A prescindere dal percorso a cui è destinata la startup, l’idea va - senza dubbio - tutelata. Anche se è importante sapere che l’idea in sé non è tutelabile in quanto non è protetta da nessun diritto di privativa industriale.

Ciò che può essere tutelato, secondo l’ordinamento italiano e internazionale è:
- il marchio
- il brevetto
- il know-how
- il segreto industriale
- i disegni
- i modelli
- le invenzioni
- il diritto d’autore anche per il software

Il marchio è sicuramente la prima cosa da registrare tramite la Camera di Commercio, se italiano o richiesta per un eventuale marchio internazionale, oppure presso l’istituto europeo per il relativo marchio estendibile nei paesi aderenti all’Unione Europea. «I costi possono variare dai 200 euro di soli diritti da pagare allo Stato a diverse migliaia di euro ove si decida di registrare il marchio in diversi paesi, soprattutto se extraeuropei - ci spiega Alessandro Basile, di Legal DS, studio legale a Milano specializzato sulle tematiche privacy e investimenti in startupâ?? -. Questo diritto di privativa può basarsi su disegno (scala di grigi o colorato), su una scritta o su composto da entrambi, oppure dal nome di una singola persona». La tutela dura 10 anni ed è rinnovabile.

Il brevetto è ciò che invece, considerati gli alti contenuti tecnologici delle startup, viene sempre richiesto - anche se spesso non può essere concesso. L’Italia, peraltro, è al 10° posto in Europa nella top ten dei Paesi che brevettano di più, con 4166 richieste (nel 2016). Mentre il Vecchio Continente - che  l’anno scorso aveva oltrepassato la soglia delle 160.004 applications – tiene, ma cede qualche decimale, assestandosi, nel 2016, a quota 159.353 domande (-0,4% sull’anno scorso). Secondo gli ultimi dati di Epo (European Patent Office, l’organismo che gestisce le domande di brevetto), il 3% delle domande di brevetto europeo proviene dall’Italia, paese con il tasso di crescita più elevato. «Il caso più eclatante è la richiesta di registrazione del software al quale si risponde in maniera negativa poiché il software (il codice sorgente) è tutelato dal diritto d’autore - ci spiega ancora Alessandro Basile -. Il software, invece, è registrabile solo qualora sia implementato all’interno di un hardware e qualora quest’ultimo non possa funzionare senza il software».

Inoltre, può accadere che nonostante il software non sia registrato, si possa brevettare parte del processo che viene in essere attraverso l’utilizzo del software come accade, ad esempio, con un software che riconosca la luce e riesca ad analizzare oggetti e persone nonostante zone d’ombra che normalmente non possono essere analizzate a pieno. La tutela dura 15 anni ed è rinnovabile.

«Il software come codice sorgente è tutelato dal diritto d’autore che si estende fino a 70 anni dopo la morte dell’autore dell’opera - conclude Alessandro - o del software in questo caso, ma la tutela risulta essere più debole rispetto alle altre in quanto tutelando l’esatto codice sorgente qualora ne venisse cambiata una linea o una parte non vi sarebbe violazione della privativa industriale». In ogni caso il software può essere registrato presso la SIAE di modo da conferire data certa e maggiore sicurezza alla propria proprietà intellettuale.