19 aprile 2024
Aggiornato 19:00
ma aumentano le liquidazioni

Imprese italiane, continuano a diminuire i fallimenti

Cala dell’8,5% il numero delle imprese fallite rispetto al 2015, calano anche le procedure concorsuali (-35%), ma si registra una crescita delle liquidazioni volontarie

Imprese italiane, continuano a diminuire i fallimenti
Imprese italiane, continuano a diminuire i fallimenti Foto: Shutterstock

MILANO - Se si dà uno sguardo d’insieme all’Italia degli ultimi due anni, possiamo dire che qualche passo avanti l’abbiamo fatto. Merito delle misure politiche, dell’innovazione culturale. Merito di chi si è tirato su le maniche e ha visto opportunità laddove, altri, non le avrebbero viste. La luce in fondo al tunnel si fa più chiara e non è solo un modo di dire. O elementi empirici che l’informazione vuol farci credere. I dati scattano la fotografia di un paese che non vuole più fallire. E non fallisce. Almeno secondo i dati dell'Osservatorio Cerved. Anche se aumentano le liquidazioni volontarie, il che potrebbe significare (come appurato dai dati Istat) una diminuzione della fiducia degli imprenditori, calata di 5 punti dal 2015 al 2016.

Calano i fallimenti delle imprese
Non falliscono le imprese che nel 2016 rafforzano il calo delle procedure concorsuali sull’onda del sempre minore utilizzo del concordato preventivo, mentre è tornato ad aumentare il numero degli imprenditori che decidono di liquidare la propria attività in bonis. Un trend costante perché è il secondo anno consecutivo a registrare una diminuzione dei fallimenti: 13,5 mila imprese italiane hanno dichiarato default nel 2016, l’8,5% in meno rispetto al 2015 quando si erano registrati 14,7 mila fallimenti (e un calo del 6,1% rispetto al picco del 2014). La riduzione del 2016 ha riguardato in maniera omogenea tutte le forme giuridiche di impresa, con le società di capitale (-8,5%) che registrano un calo leggermente più marcato delle società di persone (-8,2%). Il calo delle procedure è diffuso a tutti i settori dell’economia, con una riduzione più marcata nelle costruzioni (2,9 mila fallimenti, -11,1% sul 2015), rispetto ai servizi (7,1 mila, -8,7% vs 2015) e industria (2,1 mila, -5,8%vs 2015). Su un orizzonte temporale più lungo, è l’industria il settore che fa registrare valori più vicini a quelli pre-crisi (+25%), rispetto alle costruzioni (+81%) e ai servizi (+100%).

Sulla strada giusta, ma lontani dal periodo pre-crisi
«Si è chiuso un anno sostanzialmente positivo, che prosegue e rafforza i miglioramenti già osservati nel 2015, con una riduzione più marcata di fallimenti e procedure concorsuali, che si diffonde a quasi tutte le regioni della Penisola - commenta Marco Nespolo, Amministratore Delegato di Cerved -. Non mancano però i segnali di attenzione: siamo ancora lontani dai valori fisiologici pre-crisi e l’aumento delle liquidazioni volontarie riflette infatti aspettative meno ottimistiche da parte degli imprenditori».

Calano anche le procedure concorsuali
Prosegue, per il terzo anno consecutivo, il calo delle procedure concorsuali diverse dai fallimenti: nel 2016 sono state registrate 1.640 procedure, il 35,1% in meno rispetto al 2015. La riduzione è stata fortemente influenzata dal trend del concordato preventivo: il ricorso a questo strumento è rapidamente aumentato tra 2011 e 2013 per effetto della crisi e di alcuni provvedimenti legislativi, tra cui l’introduzione del concordato in bianco, che lo avevano reso vantaggioso per le imprese. Dopo l’introduzione di alcuni correttivi normativi, le domande di concordato preventivo si sono drasticamente ridotte: nel 2016 se ne contano 817, il 42% in meno rispetto al 2015 e un quarto rispetto al picco del 2013 (2,2 mila).