19 aprile 2024
Aggiornato 03:30
business

Sprint, come testare le idee di una startup in 5 step

Gli step che dovete percorrere per testare un'idea e soprattutto se funziona. Secondo Jake Knapp, design partner di Google Ventures bastano 40 ore. Provare per credere

Sprint, come testare le idee di una starup in 5 step
Sprint, come testare le idee di una starup in 5 step Foto: Shutterstock

TORINO - Testare un’idea (e soprattutto se potrà funzionare) in sole 40 ore. Pensi che possa essere impossibile? Secondo il metodo ideato da Jake Knapp, design partner di Google Ventures non proprio. Si chiama Sprint ed è un metodo che qualsiasi startup, prima di mettere le mani in pasta, dovrebbe far proprio.

Step Zero
Per far partire il metodo Sprint è necessario allestire un palcoscenico e quindi trattare una serie di requisiti fondamentali. In primo luogo bisogna scegliere un grosso problema a cui nessuno ha ancora trovato una soluzione (oppure le soluzioni presenti sul mercato sono scarse). Trovare le persone giuste: secondo Jake il numero perfetto è maggiore di 4 e inferiore a 8. Serve un designer, un product manager, un ingegnere, un esperto di user experience e di marketing. E’ necessario poi stabilire un calendario con relativi incontri, eleggere un moderatore delle riunioni e reperire tutto ciò che è necessario per prendere appunti (una lavagna ben visibile a tutti è l’ideale).

Primo step
Si svolge il primo confronto tra i componenti del team. In base alle proprie competenze ciascun membro proporrà le soluzioni al problema scelto. Importante lo scambio e il dialogo, soprattutto di tutte quelle componenti che sono conosciute ad alcuni e sconosciute ad altri. Una volta finito il primo incontro il moderatore elabora una bozza con una sintesi degli aspetti più rilevanti venuti fuori dal primo incontro.

Secondo step
Si chiama «sketch day» e non è altro che un appuntamento dove i membri del team si rimboccano le maniche e, individualmente, disegnano su un foglio le soluzioni al problema. Più dettagli ci sono, più ci saranno occasioni di confronto. La fase successiva è caratterizzata dalle votazioni: chi ottiene più preferenze è l’approccio al problema migliore e quello che sarà scelto dalla startup.

Terzo step
La parola d’ordine è scegliere. Sì, tra tutte le soluzioni che si sono presentate al tuo capezzale. Le scelte dovranno essere testate quindi è opportuno fare una scrematura intelligente e opzionare solo su quelle che davvero possono sembrare realizzabili.

Quarto step
Oggi è il giorno della distribuzione. Hai l’idea in testa, hai un piano (se pur abbozzato) di ciò che serve per realizzare l’idea. Hai un team. Ciò che bisogna fare in questo step è distribuire i ruoli in base alle competenze che ciascun membro ha. Ricorda sempre che un buon prototipo è bello da vedere, veloce, usabile da chiunque, ha un prezzo moderato o basso e, soprattutto, non è (ancora) perfetto.

Quinto step
Il prototipo c’è e ora lo devi mostrare a chi pensa di poter acquistare il tuo prodotto. Dovrai fare dei colloqui individuali (il numero che ti tiene al riparo da spiacevoli sorprese è almeno 6). Ascolta e cerca di capire ciò che dicono gli utenti reali, i loro dubbi, le loro perplessità. Prendi appunti. Se gli utenti non riescono a utilizzare il prodotto come tu lo hai pensato non significa che sono stupidi, ma che c’è qualcosa che tu hai sbagliato. Qui sta il punto. Non arrenderti. Ricomincia da capo e capisci qual’è l’errore. Poi riparti, più forte di prima.