19 aprile 2024
Aggiornato 12:00
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Quanto vale l'equity crowdfunding in Italia

Circa il 50% dei progetti è finanziato in equity con successo, media piuttosto elevata rispetto ad altri Paesi. Le somme raccolte a fronte del numero delle piattaforme autorizzate dalla Consob, invece, sono piuttosto basse

MILANO - Oltre 2,4 milioni di euro raccolti nei primi mesi del 2016 a fronte di 8 operazioni, per un totale di di oltre 5,5 milioni di euro raccolti da inizio 2014. Sono questi i numeri dell’equity crowdfunding italiano, l’innovativa modalità di raccolta fondi nata online circa 3 anni fa. Numeri che, per quanto evidenzino un mercato in crescita, non sono minimamente paragonabili a quelli statunitensi dove 5 milioni sono i dollari raccolti da una sola startup - molto spesso - nella prima fase di early seed. Il report emerge dai dati raccolti da Crowdfunding Buzz.

Quanto vale l’equity crowdfunding in Italia
Di fatto le campagne finanziate con successo di equity crowdfunding in questi anni sono praticamente raddoppiate: da 4 nel 2014 a 8 nei primi 6 mesi del 2016, per un totale complessivo di 18 operazioni andate a buon fine. Crescono anche il numero degli investitori, passati da 134 nel 2014 a 256 nei primi mesi del 2016. Non cambia invece l’importo investito da ciascun investitore che rimane pressoché in variato, anzi, cala di un centinaio di euro, passando dai 9800 euro del 2014 ai 9700 euro del 2016. Dati che confermano una situazione piuttosto frastagliata e ancora in via di definizione, per ciò che attiene alle dinamiche dell’equity crowdfunding. Infatti, se da una parte il numero delle piattaforme autorizzate dalla Consob è piuttosto elevato (19), non lo sono proporzionalmente i fondi complessivamente raccolti. Di contro, le probabilità di successo quando si decide di finanziare la propria startup con l’equity crowdfunding sono piuttosto elevate, visto che 1 una su 2 ce la fa, media che in altri Paesi è decisamente più bassa. Gli elementi che emergono dal bilancio triennale denotano quindi un fenomeno in crescita, ma di cui non si sa ancora molto e, soprattutto, ci si fida poco.

Cos’è l’equity crowdfunding e com’è regolato
L’equity crowdfunding è quella forma di investimento online attraverso cui è possibile acquistare un vero e proprio titolo di partecipazione in una società: qui la ricompensa per il finanziamento è rappresentata dal complesso di diritti patrimoniali e amministrativi che derivano dalla partecipazione all’interno dell’impresa. Nella maggior parte dei Paesi in cui operano portali di crowdfunding il fenomeno non è soggetto a regolamentazione ed è fatto pertanto rientrare nell'ambito di applicazione di discipline già esistenti (appello al pubblico risparmio, servizi di pagamento, etc.). L'Italia è invece il primo Paese in Europa ad essersi dotato di una normativa specifica e organica relativa al solo equity crowdfunding. Il «Drecreto crescita bis» è stato, infatti, dotato per fare da stimolo alla crescita economica del nostro Paese laddove l’equità crowdfunding è visto proprio come uno strumento volto a favorire la crescita delle startup innovative. Il Decreto ha delegato alla Consob il compito di disciplinare alcuni specifici aspetti del fenomeno con l'obiettivo di creare un "ambiente" affidabile in grado, cioè, di creare fiducia negli investitori. La Consob ha adottato il nuovo regolamento il 26 giugno 2013. Per investire in una startup attraverso l’equity è importante tenere presente alcuni elementi, tra cui i rischi di investimento che restano piuttosto elevati, per questo è sempre importante investire solo quelle somme per cui si sa di poter sostenere la totale perdita.