19 aprile 2024
Aggiornato 08:00
insegnamenti dal passato

Un software per tradurre il Talmùd e duemila anni di storia

Il software permette di tradurre il Talmùd babilonese elaborato in Mesopotamia che raccoglie insegnamenti su un arco di oltre duemila anni, fino al V-VI secolo dopo Cristo

ROMA - L'informatica e l’intelligenza artificiale per tradurre la lingua antica del Talmùd. Nasce il software "Traduco", messo a punto dall'Istituto di linguistica computazionale Antonio Zampolli del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Ilc-Cnr), per agevolare la traduzione del Talmùd, imponente raccolta di commenti, norme religiose e giuridiche, spunti di carattere storico, leggendario e scientifico (dall'astronomia alla medicina) che, assieme alla Bibbia, rappresenta il testo fondamentale dell'ebraismo. In particolare, il progetto si è focalizzato sul Talmùd babilonese elaborato in Mesopotamia, una delle due redazioni (l'altra è detta "di Gerusalemme") del Corpus, che raccoglie insegnamenti su un arco di oltre duemila anni, fino al V-VI secolo dopo Cristo: un totale di 2.711 fogli fronte-recto, ovvero 5.422 pagine, per la cui comprensione non è sufficiente una semplice lettura. Le traduzioni talmudiche integrali a oggi sono solo quelle in tedesco, inglese ed ebraico moderno.

Software per tradurre il Talmùd
Il progetto è stato presentato oggi a Roma all'Accademia dei Lincei alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Oggi celebriamo un successo dai molteplici profili. L'avvio della traduzione in lingua italiana del Talmùd babilonese è l'esito di una precisa volontà politica nazionale, che nel succedersi dei Governi ha coerentemente individuato e sostenuto una grande operazione civile e culturale - ha detto il ministro Giannini -. Il Talmùd rappresenta infatti il monumento del sapere religioso ebraico e, grazie a questa opera di traduzione, esso verrà messo progressivamente a disposizione del pubblico e degli scienziati».

Giannini: «Successo multiplo»
Il primo valore dell'opera, secondo Giannini, è "un valore scientifico, di completa e raffinata ricostruzione filologica ed esegetica». Ma per il ministro "c'è anche un secondo valore che non ritengo secondario", ovvero il "simbolico ritorno in terra d'Italia del Talmùd Bavlì, dopo la prima edizione Bomberg, stampata, assieme ai principali commentari, proprio a Venezia, tra il 1520 e il 1523. L'Italia e l'Europa oggi hanno più che mai bisogno di conoscenze profonde e solidamente fondate che possano fare del pluralismo religioso e culturale la base ineludibile per una società che dialoga, che tollera e su questo fonda la propria stabilità. L'ignoranza e la superficialità della conoscenza anche in questo campo possono generare mostri. Ne abbiamo avuto prova nel corso della storia». Inoltre, "la restituzione di un testo filologicamente affidabile e di una edizione razionalmente intellegibile sono pertanto pilastri irrinunciabili per un sempre prezioso, oggi indispensabile dialogo interreligioso. Sulla base di questa convinzione, la comunità accademica italiana, accompagnata in questo caso da una politica attenta, ha saputo e potuto costruire un percorso ormai ben radicato di competenze scientifiche e di formazione"

Strumento di memoria emotiva
Il Talmùd tradotto sarà soprattutto un nuovo possibile strumento di memoria emotiva. Una memoria non solo da conservare, ma da diffondere attraverso un potente veicolo di trasmissione del ricordo e della testimonianza scritta. «Attorno alla promozione di queste scoperte c'è un esercito pacifico della conoscenza che si mobilita con passione, talento, curiosità e studio nell'accezione più intima di desiderio - ha concluso la Giannini -. E intreccia il sacro, l'immutabile, ogni volta grazie alla scienza rigenerato. Il lavoro è appena all'inizio e voi conoscete il detto nei Pirqè Avòth, nei Detti dei padri: Il giorno è corto; il lavoro da compiersi è molto; gli operai sono pigri; la ricompensa è grande; il Padrone incalza»».