20 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Dscovr, Deep Space Climate Observatory

Una sentinella a guardia del vento solare

Missione statunitense per prevedere eventuali bufere magnetiche in grado di colpire la Terra e potenzialmente mandare in tilt sistemi elettronici e segnali radio.

NEW YORK - Sorvegliare il movimento del vento solare in modo da poter prevedere eventuali bufere magnetiche in grado di colpire la Terra e potenzialmente mandare in tilt sistemi elettronici e segnali radio, mettendo a rischio tlc, Gps, trasporto aereo ma anche reti elettriche e lanciare l'allarme sulla Terra in anticipo così da limitare i danni. E' l'obiettivo della missione statunitense Dscovr, Deep Space Climate Observatory, il cui lancio è previsto il 29 gennaio dalla Air Force Station di Cape Canaveral, in Florida, con un razzo Falcon 9 della SpaceX.

La missione Dscovr - frutto della collaborazione tra Nasa, US Air Force e National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa), l'agenzia americana che si occupa di tutto ciò che ha attinenza con il clima - spiega Media Inaf, il notiziario online dell'Istituto nazionale di Astrofisica - fu originariamente pensata per il monitoraggio della Terra. Benché sia effettivamente equipaggiata anche con il telescopio Epic per l'osservazione di svariati fenomeni che avvengono nell'atmosfera terrestre, per essere approvata la sonda è stata completamente riprogettata come osservatorio solare. Lo scopo principale del Deep Space Climate Observatory è dunque l'osservazione continua del vento solare, in particolare a supporto delle attività dello Space Weather Prediction Center della Noaa, incaricato di fornire previsioni e avvisi di allarme quanto più precoci possibili riguardo a tempeste geomagnetiche in avvicinamento alla Terra.

Il vento solare - cioè, il flusso di elettroni e protoni elettricamente carichi che viene rilasciate dal l'atmosfera superiore del Sole - è una costante nel nostro Sistema Solare e, in generale, non rappresenta una preoccupazione per le attività umane. Tuttavia, a volte possono verificarsi sul Sole grandi esplosioni che innescano un forte flusso di vento solare. Se il flusso è diretto verso la Terra può dare origine a una vera e propria bufera magnetica. Per svolgere al meglio il suo dovere di guardiano, Dscovr andrà a stazionare lontano, a circa un milione e mezzo di chilometri dalla casa madre, nel punto lagrangiano primo(L1), un'orbita di equilibrio a gravità neutrale tra la Terra e il Sole. Un punto di osservazione dove si trovano già altre due sonde solari della Nasa: Soho e Ace (Advanced Composition Explorer, le cui funzioni verranno sostanzialmente soppiantate dalla nuova missione).

Da questa posizione Dscovr potrà inviare allarmi anticipati, tra 15 e 60 minuti prima che un'onda d'urto di vento solare o una bolla di plasma eruttata dalla corona solare raggiunga la Terra. Sembra poco tempo, ma gli scienziati ritengono che queste informazioni saranno essenziali per la preparazione alle emergenze e - ad esempio - mettere in stand-by le apparecchiature più a rischio. I dati aiuteranno anche a migliorare le previsioni su dove una tempesta geomagnetica avrà un impatto più rilevante. Il costo della missione si aggira attorno ai 100 milioni di dollari. Un prezzo che - sottolinea Media Inaf - è sembrato ragionevole a fronte dei rischi calcolati. Un rapporto realizzato dal National Research Council e riportato dalla rivista «Universe Today» ha stimato che il recupero tecnologico conseguente alle tempeste geomagnetiche più estreme potrebbe richiedere fino a una decina di anni e potrebbe costare ai contribuenti tra 1 e 2 trilioni di dollari.