19 aprile 2024
Aggiornato 08:30
Francia

"Lobby nella cerchia del potere", Macron perde pezzi: se ne va il ministro dell'Ambiente

Hulot sbatte la porta, se ne va a sorpresa e denuncia la presenza di lobby nella cerchia del potere di Macron

PARIGI - Emmanuel Macron perde un pezzo. Il ministro dell'Ambiente Nicolas Hulot ha annunciato in diretta via radio le sue dimissioni dal governo, senza avere precedentemente informato il presidente francese. Hulot, uno dei membri del governo di Parigi più rispettati dall'opinione pubblica, ha colto completamente di sorpresa anche i giornalisti di France Inter. "Ho preso la decisione di lasciare il governo", ha detto Hulot alla radio, prendendo gli astanti in contropiede e spiegando di essersi sentito "completamente solo" sulle questioni ambientali all'interno della compagine di governo. Il 62enne celebre ex conduttore televisivo, che si era costruito una solida fama di ambientalista, era stato chiamato al governo l'anno scorso da Macron, ma si era ripetutamente scontrato con i colleghi di governo sulle scelte di politica ambientale. 

La Francia non fa abbastanza
"Stiamo facendo piccoli passi avanti e la Francia sta facendo molto di più di altri Paesi ma i piccoli passi sono sufficienti?. La risposta è no", ha aggiunto. Hulot, la cui permanenza al governo è stata oggetto di speculazioni per mesi, ha detto di non aver informato delle sue intenzioni di dimettersi né Macron né il primo ministro Edouard Philippe. "E' una decisione onesta e responsabile", ha tenuto a sottolineare. Le sue dimissioni rischiano di indebolire la posizione di Macron, che attraversa un lungo periodo di difficoltà, dopo essere arrivato a maggio dello scorso anno all'Eliseo grazie alle promesse di risolvere problemi quali la crescente disoccupazione e di riformare l'Ue. L'annuncio di Hulot sarà probabilmente ricevuto con amarezza da Macron, che oggi è in partenza per la Danimarca per propugnare la sua agenda europea. Dopo le critiche ha del portavoce del governo Benjamin Griveaux all'emittente BFM - "la cortesia più elementare avrebbe suggerito di informare il presidente della Repubblica e il Primo ministro" - ha detto- l'Eliseo è stato conciliante. In un comunicato ha scritto che Hulot può essere "fiero del suo bilancio" al ministero e che sull'ambiente "resta una totale determinazione a proseguire nella stessa direzione e con lo stesso livello di ambizione". 

"Presenza di lobby nella cerchia del potere"
​​​​​​​Hulot è rimasto deluso dalla marcia indietro del governo sull'obiettivo di ridurre al 50% il nucleare come fonte dell'energia consumata in Francia entro il 2025; anche i negoziati con l'Ue sui pesticidi sono stati un'altra fonte di frustrazione. Ieri l'ultima amara pillola; il costo della licenza di caccia è stato dimezzato a 200 euro. L'ex ministro dell'Ambiente ha denunciato la "presenza di lobby nella cerchia del potere" affermando che proprio una riunione di ieri all'Eliseo con il consigliere politico dei cacciatori ha "finito" di convincerlo ad abbandonare la nave. "Sembra un aneddoto ma per era sintomatico ed è probabilmente un elemento che ha finito di convincermi che le cose non funzionano come dovrebbero funzionare", ha precisato. "Ma non pensiamo che la mia decisione di dimettermi derivi semplicemente da una divergenza sulla riforma della caccia, è un accumulo di delusioni ma è soprattutto perché non ci credo più", ha dichiarato.

Il passato che pesa
​​​​​​​Hulot ha condotto con grande successo di pubblico il programma sull'ambiente Ushuaia in Francia; in passato ha più volte declinato gli inviti offerti dai precedenti presidenti francesi ad entrare a far parte del governo. Già a febbraio era stato vicino alle dimissioni dopo le rivelazioni dei media che la nipote dell'ex presidente Francois Mitterrand lo aveva accusato di stupro negli anni 90. Hulot ha negato le accuse e ha detto che sono state molto dolorose per lui e per tutta la sua famiglia. E' stato anche criticato dagli ambientalisti che lo hanno accusato di non aver fatto sentire abbastanza forte al sua voce nel governo di Macron, dopo essere stato battuto nelle sue battaglie con i colleghi dei ministeri di Agricoltura ed Economia.