Piattaforme di sbarco regionali: la novità nell'ultima bozza Ue sui migranti
L’ultima versione datata 25 giugno della bozza di conclusioni del Consiglio europeo conferma l’interesse per un nuovo concetto

BRUXELLES - Uno spiraglio di cambiamento, forse, c'è. L’ultima versione datata 25 giugno della bozza di conclusioni del Consiglio europeo che si svolgerà giovedì e venerdì prossimi a Bruxelles conferma l’interesse delle istituzioni Ue e dei governi degli Stati membri per il nuovo concetto, ancora tutto da definire e precisare nei dettagli, di «piattaforme regionali di sbarco» nell’ambito delle soluzioni a cui si sta lavorando per la crisi migratoria. «Al fine di interrompere definitivamente il ‘business model’ dei trafficanti, impedendo così la tragica perdita di vite umane, è necessario eliminare l’incentivo all’imbarco per viaggi pericolosi».
Un nuovo approccio
Questo richiederebbe un nuovo approccio alle modalità di sbarco per coloro che sono salvati in mare nelle operazioni di ricerca e soccorso, si legge al punto 4 della bozza. In questo quadro – continua il testo - il Consiglio europeo sostiene lo sviluppo della nozione di piattaforme di sbarco regionali, in stretta cooperazione con i paesi terzi appropriati (‘relevant’, ndr), e con l’Unhcr e l’Oim (l’Alto Commissariato Onu per i rifuguati e l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, ndr). Queste piattaforme dovrebbero permettere un rapido e sicuro espletamento delle procedure per distinguere fra i migranti economici e quelli che necessitano della protezione internazionale, nel pieno rispetto del diritto internazionale e senza creare un effetto di richiamo (‘pull factor’ ndr)», si legge ancora nella bozza.
Unhcr e Oim chiedono sbarchi sicuri
Anche l’Unhcr sta lavorando, insieme all’Oim, a una proposta per creare, «dentro l’Ue e fuori», delle strutture che permettano uno «sbarco sicuro» dei migranti salvati nelle operazioni di ricerca e soccorso in mare. Un’ipotesi che sembra molto simile a quella delle piattaforme regionali di sbarco. In una lettera inviata dall’Alto Commissario per i Rifugiati, Filippo Grandi, alla presidenza di turno bulgara del Consiglio Ue il 18 giugno scorso, Grandi afferma, tra l’altro, che accoglierebbe con favore un’opportunità urgente di discutere con i governi interessati nuovi accordi operativi, dentro l’Ue e fuori, per assicurare sbarchi prevedibili e sicuri di coloro che vengono salvati in mare, effettuare l’esame delle domande di protezione internazionale, e realizzare soluzioni, anche attraverso la concessione dell’asilo, i ricollocamenti all’interno dell’Ue, i reinsediamenti o il rimpatrio per coloro che non hanno bisogno della protezione internazionale. Nella terminologia comunitaria, i reinsediamenti sono i trasferimenti dei richiedenti asilo dai campi profughi esterni all’Ue agli Stati membri disposti ad accoglierli, mentre i ricollocamenti sono i trasferimenti dal paese Ue di primo arrivo a un altro Stato membro. «L’Unhcr – conclude Grandi, rivolto alla presidenza di turno del Consiglio Ue – sta attualmente preparando una proposta a questo riguardo, insieme all’Oim, che condivideremo con voi a breve».
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