Siria, l'Occidente passa alle minacce: gli Usa non escludono intervento militare
Il regime accusato di un nuovo attacco chimico contro i civili viene minacciato anche da Theresa May, che attacca anche Vladimir Putin
NEW YORK - Dopo le denunce relative all'ultimo caso (presunto) di attacco chimico in Siria - attribuito al regime di Damasco -, gli Stati Uniti non escludono un'azione militare. Lo ha detto il segretario alla Difesa, James Mattis, rispondendo alla domanda di un giornalista al Pentagono. "Non escluso nulla, al momento» ha detto Mattis, alla domanda sulla possibilità di raid aerei contro Assad, dopo che il regime è stato accusato di un nuovo attacco chimico contro la popolazione a Duma. Mattis ha parlato dal Pentagono, dove ha ospitato l'emiro del Qatar, Tamim Bin Hamad al-Thani. «La prima cosa che dobbiamo vedere è perché delle armi chimiche vengono ancora usate, quando la Russia era garante della rimozione di tutte le armi chimiche, e lavorare con i nostri alleati e partner, dalla Nato al Qatar e altrove, per affrontare questo problema» ha aggiunto Mattis. Ieri, il presidente statunitense, Donald Trump, ha avvertito la Siria e i sue due maggiori alleati, Russia e Iran, di «un grosso prezzo da pagare», e ha poi definito Assad, su Twitter, un «animale».
Theresa May passa alle minacce
Ma le minacce giungono anche dal Regno Unito. Il regime di Bashr al Assad e i suoi sostenitori, Russia in particolare, «dovranno rendere conto» del presunto attacco chimico su Douma, nella Ghouta orientale, se la loro responsabilità verrà provata. Lo ha dichiarato la premier britannica Theresa May. «Il Regno Unito condanna con forza il ricorso alle armi chimiche in qualsiasi circostanza possa avvenire e noi dobbiamo chiarire con urgenza cosa è accaduto sabato», ha detto May, che oggi è in visita in Danimarca. «Se sono riconosciuti colpevoli, il regime siriano e i suoi sostenitori, tra cui la Russia, dovranno renderne conto», ha affermato la premier. Una riunione del Consiglio di sicurezza Onu convocata per oggi sulla Siria è stata posticipata a stasera, alle 21 ora italiana.
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