29 marzo 2024
Aggiornato 12:30
Stati Uniti

La figlia di Veltroni vittima di abusi sessuali nello scandalo del colosso Vice Media

Uno scandalo che in America sta letteralmente travolgendo il colosso Vice Media, arrivato in poco meno di 10 anni ad avere oltre 3mila dipendenti

Walter Veltroni
Walter Veltroni Foto: ANSA/ALESSANDRO DI MARCO ANSA

NEW YORK - Il gruppo d’informazione Vice Media ha presentato le sue scuse dopo un’inchiesta del New York Times che ha rivelato una storia di abusi sessuali ad ampio spettro all’interno della società che è in forte crescita. Il quotidiano newyorkese ha basato il suo articolo su un centinaio d’interviste e ha rivelato che la società ha firmato accordi per la definizione amichevole di vertenze con quattro donne, una delle quali sarebbe Martina Veltroni, figlia del fondatore del Pd Walter Veltroni. Martina Veltroni – secondo il NYT – si sarebbe accordata con Vice Media per un risarcimento dopo aver lamentato una rappresaglia in seguito a una relazione con il suo supervisore, Jason Mojica, ex capo di Vice News, licenziato lo scorso mese. Il New York Times ha precisato nell’articolo che Veltroni non ha voluto commentare la vicenda.

L'accusa di Veltroni
L’accordo, per una cifra non resa pubblica, sarebbe stato basato sulla denuncia di Veltroni che in una lettera, secondo il NYT, accusava Mojica di aver fatto deragliare la sua carriera a Vice a causa della relazione tra loro. Vice allora avrebbe negato le accuse sostenendo che Veltroni tentava di trasformare la «relazione sessuale consensuale e desiderata» in una denuncia per abusi. Mojica a sua volta avrebbe detto di non messo in campo una rappresaglia contro Martina Veltroni, ma poi, dopo un articolo pubblicato da Daily Best sulla cultura machista a Vice, il supervisore fu licenziato per un «comportamento non il linea con le politiche, i valori (di Vice) e con la maniera in cui si ritiene che colleghi debbano lavorare assieme».

Tante testimonianze 
Più di una ventina di donne, per la gran parte di età entro la ventina e trentina di anni, hanno testimoniato al NYT di aver subito o osservato comportamenti non in linea con un sano posto di lavoro, che andavano da baci forzati ad avance sessuali. Tre dipendenti di Vice sono stati licenziati in seguito a questi fatti, ha annunciato Vice in un comunicato. «Dal più alto al più basso livello, abbiamo fallito, come impresa, nel creare un ambiente di lavoro in cui ciascuno, in primo luogo le donne, potesse ritenersi rispettato e capace di riuscire», hanno dichiarato i cofondatori della casa di produzione, Shane Smith e Suroosh Alvi in un messaggio ai loro dipendenti, ripubblicato dal Times. «Questo si è prodotto per nostra responsabilità, abbiamo abbandonato troppa gente. Siamo realmente desolati», hanno scritto ancora i due fondatori. «Vogliamo – ha proseguito – presentare le nostre scuse più sincere, oltre esprimere grande rimorso per aver contribuito a perpetuare il sessismo in seno al settore mediatico e alla società in generale».

3mila dipendenti in soli 10 anni
I fondatori hanno inoltre messo in campo una serie di riforme interne, assumendo una nuova direttrice delle risorse umane e nominando un consiglio consultivo che include Gloria Steinem, un’esponente femminista. Vice Media, nata da un magazine gratuito di Montréal e trasformato dieci anni dopo in una company globale da 3mila dipendenti, produce reportage choc per la HBO. Tra i quattro casi in cui ci sono stati accordi, c’è anche quello che ha visto il dirigente Andrew Creighton versare 135mila dollari a un’ex dipendente che affermava di essere stata licenziata per aver rifiutato di andare a letto con lui.