25 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Attentato Barcellona

Barcellona, l'imam di Ripoll uscito di prigione nel 2012: così avrebbe manipolato Aboukabir

Era uscito dal carcere nel 2012 l'imam di Ripoll, Abdelbaqi Es Sattii, marocchino 45 anni, considerato il leader della cellula jihadista entrata in azione giovedì scorso a Barcellona e a Cambrils. Intanto parla il padre di Aboukabir: 'Mio figlio manipolato'

In un frame tratto da un video su twitter uno dei feriti dal furgone bianco sulla Rambla a Barcellona
In un frame tratto da un video su twitter uno dei feriti dal furgone bianco sulla Rambla a Barcellona Foto: ANSA/TWITTER ANSA

BARCELLONA - Era uscito dal carcere nel 2012 l'imam di Ripoll, Abdelbaqi Es Sattii, marocchino 45 anni, considerato il leader della cellula jihadista entrata in azione giovedì scorso a Barcellona e a Cambrils. E' quanto hanno riferito ai media spagnoli fonti dell'antiterrorismo, aggiungendo solo che la detenzione era dovuta a questioni legate ai documenti di soggiorno. La polizia catalana ha riferito al quotidiano La Vanguardia di essere entrata in possesso della documentazione di un viaggio fatto la scorsa primavera nell'Europa centrale da Es Sattii, sospettato di aver indottrinato i giovanissimi componenti della cellula terroristica entrata in azione giovedì. Secondo la polizia, durante il viaggio l'uomo potrebbe essere entrato in contatto con qualche comunità islamica radicale al fine di "addestrarsi tecnicamente a compiere attentati». La polizia ha perquisito l'abitazione dell'imam e sta ora verificando, tramite campioni di Dna, se sia rimasto ucciso nell'esplosione avvenuta mercoledì scorso in una casa di Alcanar, dove gli inquirenti sospettano che gli attentatori stessero preparando l'esplosivo per mettere in atto un attentato più sanguinoso. Il coinquilino dell'imam, che si è presentato con il solo nome di Nourddem, ha detto alla France presse di averlo visto l'ultima volta "martedì e mi ha detto che stava andando dalla moglie in Marocco".

Tre gli obiettivi
Intanto appare ormai chiaro che i terroristi entrati in azione sulla Rambla avevano inizialmente pianificato un attacco che prevedeva il ricorso a tre furgoni imbottiti di esplosivo da far saltare in aria in tre luoghi molto affollati della città catalana. Uno di questi era la Sagrada Familia, simbolo della città e luogo di culto cattolico. E' quanto riporta il quotidiano El Espanol, aggiungendo che il secondo furgone doveva esplodere sulla Rambla e il terzo nella zona portuale. Il piano è saltato per l'esplosione accidentale avvenuta il giorno prima dell'attacco in una casa di Alcanar, circa 200 chilometri a sud di Barcellona, dove gli inquirenti ritengono che i terroristi stessero preparando gli ordigni.

Il padre di Aboukabir: "Mio figlio manipolato"
Parla anche il padre di Moussa Aboukabir, il diciassettenne marocchino considerato componente della cellula di Ripoll responsabile del doppio attentato, ha affermato che il ragazzo non aveva dato segnali di radicalizzazione e che sicuramente è stato "manipolato». Moussa è morto nell'attentato di Cambrils, dove con i suoi compagni ha ucciso una persona, poche ore dopo che un furgone bianco ha falciato centinaia di persone lungo la Rambla, ammazzando 14 persone. Fino a ieri si pensava che fosse lo stesso 17enne alla guida di quel veicolo, ma oggi la polizia ritiene piuttosto che l'"autista" fosse l'ultimo latitante della cellula, Younes Abouyaaqoub. "Siamo scioccati, completamente distrutti", ha detto Said, il padre di Moussa e di Driss Aboubakir, quest'ultimo fratello maggiore del 17enne e arrestato nell'ambito dell'inchiesta.

"Tranquillo, aveva solo iniziato a pregare"
Circondato dai famigliari, il padre dei due Aboukabir è stato raggiunto dalla France Presse nel suo villaggio sui monti dell'Atlante, in Marocco. "La polizia spagnola ha chiamato la madre di Moussa che è in Spagna per dirle che è morto", ha raccontato Said. I due fratelli, a dire del padre, "vivevano come tutti i ragazzi della loro età, vestivano come loro». In particolare "Moussa era un ragazzo gentile, che non dava fastidio a nessuno». "Andava a scuola - ha continuato - e avrebbe fatto gli esami per la scuola superiore il prossimo anno. Recentemente ha iniziato a pregare... ma solo questo». "Noi siamo gente semplice - ha continuato - e pacifica. Non sappiamo nulla di radicalismo e terrorismo", ha commentato uno zio di Moussa. Mentre un cugino ha raccontato che ogni anno il ragazzo tornava in Marocco per le vacanze estive ed era atteso per lo scorso martedì. "Negli ultimi mesi aveva iniziato a essere interessato alla religione, andava in moschea a Ripoll. Forse è lì che gli hanno fatto il lavaggio del cervello".