Dini: «Putin è forse il leader più intelligente al mondo»
L'ex ministro degli Esteri intervistato da Pietro Senaldi su Libero: «Gli Usa sbagliano a riaprire la guerra fredda», la Russia è l'unico «vincitore della guerra contro l'Isis». Sulla Crimea: «era Urss», è abitata da una popolazione che parla russo e che con un referendum approvato dal 98% dei votanti ha chiesto di staccarsi dall'Ucraina
ROMA - «Gli Usa sbagliano a riaprire la guerra fredda: Putin è forse il leader più intelligente al mondo. L'ho incontrato più volte, è un autocrate, ma viene regolarmente eletto»: queste non sono parole di un qualche sfegatato fan del presidente russo, ma di un liberal doc: Lamberto Dini intervistato da Pietro Senaldi su Libero.
Gli strani finanziamenti alla Clinton
L'ex ministro degli Esteri è arrivato a parlare di Russia partendo dalle presidenziali Usa, in cui si è detto convinto che «gli Usa meritassero migliori candidati. Trump è un grillino a stelle e strisce, la Clinton ha troppe ombre», come ad esempio i conflitti d' interesse che ruotano intorno alla fondazione che la sostiene. Perché l'Arabia saudita «la finanzia, perché l' Ucraina le dà 10 milioni di euro dopo che gli Stati Uniti si sono schierati contro Putin?». A quel punto il giornalista ha chiesto chi ha ragione fra Mosca e Washington, e l'ex presidente del consiglio europeo ha detto di comprendere il risentimento russo verso Usa ed Ue, che «risale ai tempi in cui la Nato tentò di includere la Georgia nell'alleanza: un' insensatezza, quella è la patria di Stalin, la Russia non poteva accettarlo».
«Oggi la sicurezza di Israele la garantisce la Russia»
Senaldi ha replicato con l'annessione della Crimea da parte della Russia, e Dini ne ha ricordato il perché: dopo il ritiro sovietico dalla Germania, nel 1989, «il patto era che la Nato non si sarebbe allargata a Est. Invece la Cia fomentò una rivolta contro il presidente ucraino, regolarmente eletto, perché non firmava un accordo con la Ue che avrebbe danneggiato la Russia» con la prospettiva di far aderire Kiev all'Ue e quindi alla Nato, «impensabile» visto che ci sono 1500 chilometri di confine tra Ucraina e Russia. Quanto alla Crimea, per l'ex governatore della Banca d'Italia si tratta di un territorio che «Putin non poteva abbandonare», in quanto «era Russia», è abitata da una popolazione che parla russo e che con un referendum approvato dal 98 per cento dei votanti ha chiesto di staccarsi dall'Ucraina. Anche sulla crisi mediorientale, per l'ex premier Putin è l'unico «vincitore della guerra contro l'Isis», mentre gli Usa hanno una politica «ambivalente» come dimostra il fatto che il primo ministro israeliano, Benjamin Netanhyahu, è andato a Mosca a chiedere garanzie sull'Iran, «oggi la sicurezza di Israele la garantisce la Russia».
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