19 aprile 2024
Aggiornato 16:00
Nuove ombre per la candidata democratica

Usa 2016, i 2 nuovi scandali che stanno travolgendo Hillary Clinton

Dopo l''email-gate' e lo scandalo sul vantaggio accordatale dal Comitato nazionale democratico, due nuove ombre si profilano all'orizzonte per la candidata alla Casa Bianca

NEW YORK - Non c'è pace di Hillary Clinton, soprattutto quando si parla di e-mail. Nuovi dubbi emergono negli Stati Uniti su un possibile conflitto d'interessi vissuto in passato dalla candidata alla Casa Bianca, visti i rapporti tra il dipartimento di Stato, che dirigeva, e la fondazione di famiglia, la Clinton Foundation. Una nuova serie di e-mail, inviate con un server privato quando era segretario di Stato, è ora di dominio pubblico grazie a un'organizzazione conservatrice, il Judicial Watch, che l'ha ottenuta dal dipartimento di Stato grazie al Freedom of Information Act, una legge sulla libertà d'informazione.

Contatti tra il dipartimento di Stato e la Fondazione Clinton?
Dai documenti sembra che i donatori della Fondazione Clinton siano stati ricompensati con una corsia preferenziale per avere accesso, e influenzare, il dipartimento di Stato; si tratta di un'accusa che Clinton aveva già subito in passato, sempre respinta. In uno scambio di messaggi, però, si legge che un manager della fondazione, nel 2009, cercò di mettere in contatto un donatore miliardario con l'ambasciatore statunitense in Libano, Paese al centro degli affari dell'imprenditore.

A quattro mani
Le e-mail, secondo il presidente del Judicial Watch, Tom Fitton, dimostrerebbero che la Clinton, al contrario di quanto promesso, non smise mai davvero di avere un ruolo nella fondazione e di fare i suoi interessi, quando era segretario di Stato. "Il dipartimento di Stato e la fondazione Clinton - ha dichiarato al New York Times - lavorarono a quattro mani».

L'indagine ha riguardato la Fondazione?
L'indagine dell'Fbi sull'uso di un server privato di posta elettronica da parte di Hillary Clinton si è chiusa senza una richiesta di incriminazione, decisione  che ha portato il dipartimento di Giustizia ad archiviare il caso; non è chiaro, però, se le indagini abbiano riguardato anche la Fondazione Clinton, su cui il direttore dell'Fbi, James Comey, ha preferito non esprimersi.

L'accusa dei familiari delle vittime di Bengasi 2012
Ma gli scandali non sono finiti qui. La candidata democratica non è stata solo oggetto di indagine da parte dell'Fbi per l'uso dell'ormai famigerato server privato di e-mail. Qualche settimana fa sempre alcune e-mail, hackerate (si dice) da server russi, hanno svelato i «magheggi» del Comitato nazionale democratico per favorire la candidatura di Hillary Clinton contro quella di Bernie Sanders. E come se non bastasse, la Clinton è stata appena formalmente accusata dalle famiglie di due delle vittime dell’attacco al consolato statunitense di Bengasi, in Libia, nel 2012.

L'attacco
Si tratta dei genitori di Sean Smith e di Tyrone Woods, rispettivamente specialista in comunicazioni del Dipartimento di Stato e contractor della Cia, che hanno accusato la Clinton non soltanto di essere «direttamente responsabile» della morte dei loro figli ma anche di diffamazione per averli a sua volta accusati di mentire. Le vittime dell’attacco al consolato di Bengasi furono 4, tra di loro l’ambasciatore americano Chris Steven. Era l’11 settembre di 4 anni fa, e Hillary Clinton era segretaria di Stato. Il responsabile della sua campagna elettorale, Nick Merrill, ha ricordato che sulla vicenda ci sono state ben 9 inchieste differenti, nessuna delle quali ha rivelato mancanze o responsabilità da parte della candidata, in particolare per quanto riguarda il dispositivo di sicurezza previsto per il consolato di Bengasi, contro il quale non era all’epoca prevedibile un attacco di tale portata. Ad ogni modo, non c'è dubbio che i continui scandali che stanno travolgendo la Clinton possano contribuire, almeno in parte, ad erodere la sua affidabilità agli occhi dell'elettorato.