Usa, Clinton parla della sconfitta: ora faccio parte della resistenza
Hillary Clinton riappare in pubblico e torna a parlare della sua disfatta elettorale. Imputando al Wikileaks russo la 'colpa' principale della sua sconfitta
WASHINGTON - Hillary Clinton riappare in pubblico e torna a parlare della sua disfatta elettorale. Intervistata da Christiane Amanpour durante una conferenza dell'ong «Women for Women International», l'ex candidata democratica alle presidenziali americane ha sostenuto che a fine ottobre era «sulla via della vittoria», fino a quando la lettera di Comey e il Wikileaks russo hanno seminato dubbi su di lei e oscurato le accuse di misoginia nei confronti di Trump. Poi, a 10 giorni dalle elezioni, il capo dell'Fbi ha reso nota una nuova indagine sulle sue email. Il resto è storia. Affermazioni a cui Trump si è affrettato a rispondere su Twitter, spiegando che si è trattato di una scusa per giustificare la sconfitta. Piuttosto, ha aggiunto, «forse Trump ha semplicemente fatto una grande campagna?».
Responsabilità
Ma Clinton nell'intervista si è comunque assunta le sue colpe: «Mi assumo personalmente le mie responsabilità, ero io che dovevo essere eletta, ero consapevole della sfida, dei problemi»... «Ma voglio dire che ho fatto tante campagne e sono fiera di come abbiamo condotto quest'ultima». E ha voluto sottolineare: «Vi ricordo che ho preso 3 milioni di voti in più». E la giornalista ha scherzato: «Sento che sta arrivando un Tweet».... «Bene, meglio che interferire nella politica estera - ha aggiunto Hillary - se vuole twittare su di me, sono felice di essere una distrazione per Trump». «Dovrebbe essere meno preoccupato delle elezioni e del mio consenso popolare e occuparsi di cose più importanti per il Paese». Lei farà del suo contro Trump: «Ora sono una cittadina e un'attivista, sono parte della resistenza».
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