2 ottobre 2025
Aggiornato 06:30
Avrebbe vinto Hofer?

Austria, sul voto che ha incoronato Van der Bellen lo spettro di brogli elettorali

Alcuni media austriaci hanno denunciato cifre sospette e macroscopiche stranezze nella computo dei voti che hanno portato all'elezione di Alexander Van der Bellen. E ora anche la Procura federale ha aperto un'inchiesta

VIENNA - Non è la prima volta che, dopo un'elezione particolarmente seguita e contestata, qualcuno evoca lo spettro di brogli elettorali. Ma nel caso austriaco, dopo la sorprendente vittoria al fotofinish del verde Van der Bellen, potrebbero esserci le prove. Rigorosamente pubblicate da alcuni media austriaci, che, pur non essendo (ovviamente) riusciti a far sentire la propria voce sui media mainstream, avrebbero perlomeno documentato alcune anomalie nella discussa chiamata alle urne di qualche giorno fa. 

Il caso di Waidhofen e Linz
Le stranezze sono talmente macroscopiche che sono evidenti anche ad occhi inesperti. Che dire, ad esempio, del collegio elettorale di Waidhofen an der Ybbs, dove l'affluenza al voto è registrata al 146,9%? Waidhofen è un comune della Bassa Austria, e un dato del genere non può che indicare, del tutto contro la logica, che avrebbero votato qualche migliaio di persone in più degli aventi diritto: nel dettaglio, 13.262 persone si sarebbero recate alle urne, contro le sole 9.026 che avrebbero avuto il diritto di farlo. Ovviamente, facendo vincere Van der Bellen. Ma Waidhofen non è l'unico caso «bizzarro»: si veda anche quanto accaduto nella città di Linz, dove l’affluenza alle urne, nel caso di voto per conto terzi (e cioè malati che danno la procura ad altri di votare per proprio conto), è stata addirittura del 598%. Così, invece dei 3.580 votanti registrati, ne sarebbero stati contati «miracolosamente» 21.060. Il tutto, anche in questo caso, a vantaggio di Van der Bellen, che ha finito per staccare il suo rivale di 8500 voti.

La moltiplicazione delle schede
Ma non è finita. Il direttore della Commissione elettorale austriaca ha ricordato, domenica sera in Tv, che erano state consegnate 740.000 schede elettorali per corrispondenza, puntualizzando che, di queste, 700.000 sono di norma quelle che vengono compilate correttamente. Ma, anche qui, le schede si sarebbero «miracolosamente» moltiplicate: perché, come segnala Maurizio Bottarelli de il Sussidiario.net - che ha seguito da vicino la questione -, lunedì mattina quelle schede erano 760.000, quindi ben 20.000 in più del computo ufficiale originario, e 60.000 più della «previsione» della Commissione elettorale.

Candide ammissioni
Casi isolati? Improbabile. Secondo quanto riporta il Sussidiario.net, Wilhelm Heissenberger, sindaco di un minuscolo comune austriaco di 634 abitanti dall'impronunciabile nome Unterrabnitz-Schwendgraben avrebbe «candidamente» ammesso di aver falsificato 12 schede elettorali. Certo, 12 voti in più o in meno, si dirà, non sono poi tanti. Ma la sua affermazione dimostra l'assoluta certezza dell'impunità: nessuno ha avuto da ridire, neppure i cittadini il cui voto, a questo punto, potrebbe essere stato truccato. Non solo: anche soltanto considerando i tre casi precedenti - Linz, Waidhofen, e i miracolosi 20.000 voti in più per corrispondenza - si arriverebbe a 29.000 voti in più «non chiari» per il candidato verde. Che non sono esattamente un manciata. 

Tre indizi...
Ma se la situazione è evidentemente non chiara, le cose non quadrano neppure alla magistratura: la Procura federale contro la corruzione e i crimini economici ha addirittura aperto un'inchiesta sui voti pervenuti per corrispondenza e per telefonia mobile in quattro distretti elettorali dello stato della Carinzia. Coincidenza? E' forse ancora presto per gridare al broglio, ma se, come afferma il detto, tre indizi fanno una prova... l'Austria potrebbe vedersi presto rovesciato il risultato delle elezioni più seguite e contestate degli ultimi anni.