25 aprile 2024
Aggiornato 03:00
L'aggiornamento sugli attentati a Zaventem e a Maelbeek

Bruxelles, tutto ciò che sappiamo finora

31 morti e almeno 150 feriti. Riguardo agli attentatori, sarebbero almeno cinque i componenti del commando jihadista responsabile degli attacchi. Tre identificati, due forse ancora in fuga

BRUXELLES - L'ultimo bilancio ufficiale delle vittime degli attentati di Bruxelles, sebbene ancora provvisorio, parla di 31 morti e 150 feriti ancora ricoverati, tra cui 61 in terapia intensiva: ancora nessuna conferma ufficiale della presenza fra le vittime di una cittadina italiana. Riguardo agli attentatori, invece, sarebbero almeno cinque i componenti del commando jihadista responsabile degli attacchi: al momento sono state identificate con sicurezza solo le tre persone che sono riuscite a far esplodere gli ordigni, mentre altri due sospetti sono latitanti. I tre kamikaze sono stati identificati come i fratelli Khalid e Ibrahim el Bakraoui, già noti alla polizia belga e considerati complici di Salah Abdeslam, il superstite delle stragi di Parigi arrestato la settimana scorsa a Bruxelles, e Najim Laachraoui, considerato l'artificiere degli attentati parigini.

I 5 presunti attentatori
Khalid e Ibrahim sono stati i responsabili rispettivamente degli attentati all'aeroporto e alla stazione della metropolitana; Laachraoui è stato indicato come il secondo kamikaze di Zaventem mentre il terzo uomo presente nello scalo, anch'egli non identificato, è attualmente latitante. Le telecamere di sorveglianza avrebbero inoltre individuato un quinto sospetto, che avrebbe accompagnato Ibrahim el Bakraoui nella metropolitana, la cui sorte tuttavia è incerta.

Uno di loro espulso dalla Turchia
Secondo quanto reso noto dal presidente turco Erdogan, proprio Ibrahim al Bakraoui sarebbe stato arrestato ed espulso l'anno scorso dalle autorità turche: "Uno di coloro che hanno partecipato agli attacchi di Bruxelles era stato arrestato nel giugno del 2015 a Gaziantep, ed espulso il 14 luglio, dopo aver informato l'ambasciata belga" ha spiegato Erdogan in conferenza stampa, precisando che le autorità di Bruxelles non avevano confermato i legami dell'uomo con i jihadisti "malgrado i nostri avvertimenti». Secondo Erdogan anche le autorità olandesi sarebbero corresponsabili nella vicenda del momento che l'uomo, su sua richiesta, era stato inizialmente espulso verso l'Olanda. Il Presidente turco non ha però precisato in che modo El Bakraoui sia stato poi consegnato alla polizia belga, che successivamente lo avrebbe rilasciato per mancanza di prove su un suo legame con i jihadisti, come confermato anche dalle autorità di Bruxelles, per le quali l'uomo era solo "un criminale comune".

La perquisizione nell'abitazione
Grazie alle indicazioni del tassista che aveva trasportato il commando all'aeroporto è stata effettuata la perquisizione nell'abitazione in cui risiedevano i sospetti e nella quale sono stati ritrovati 15 chili di esplosivo di tipo Tatp, 150 litri di acetone, 30 litri di acqua ossigenata, detonatori e una valigia piena di chiodi e viti. Ibrahim al Barkawi ha inoltre lasciato sul suo pc un "testamento" scoperto dalla polizia in un cassonetto in cui era stato gettato il portatile e nel quale l'uomo ammetteva di "non sapere che cosa fare", di sentirsi braccato e che se avesse aspettato oltre avrebbe rischiato di "far compagnia in una cella" a Salah Abdeslam. Il documento non conterrebbe alcun riferimento allo Stato Islamico.

L'obiettivo era la centrale nucleare
Secondo il quotidiano belga "La Derniere Heure", che cita fonti della polizia belga, i fratelli el Bakraoui avrebbero avuto intenzione di colpire una centrale nucleare del Belgio, ma l'arresto di Salah Abdeslam e del suo complice a Molenbeek avrebbe fatto accelerare i piani della cellula terroristica, che ha dovuto abbandonare l'obbiettivo principale: "Ora sappiamo dove volevano arrivare. La situazione è precipitata e si sono sentiti sotto pressione - ha rivelato una fonte della polizia - hanno dovuto optare per l'obiettivo più facile".

Salah non starebbe collaborando in alcun modo
Questa mattina c'è stata la prima udienza in tribunale per Salah Abdeslam, unico superstite del commando jihadista delle stragi di Parigi, arrestato a Bruxelles la settimana scorsa: il tribunale dovrà decidere se convalidarne il fermo e valutare la validità del mandato di arresto europeo, che potrebbe facilitare l'estradizione dell'uomo verso la Francia. Secondo i legali della difesa, al momento Salah non avrebbe collaborato in alcun modo con gli inquirenti che indagano sugli attentati di Parigi e su quelli di martedì scorso a Bruxelles, avvenuti due giorni dopo la sua cattura.

Oggi il vertice Ue
Sul fronte politico, la presidenza europea di turno olandese ha annunciato che i Ministri degli Interni e della Giustizia dell'Unione Europea si riuniranno oggi pomeriggio a Bruxelles in un vertice straordinario al quale parteciperanno anche dei rappresentanti delle istituzioni europee. La riunione permetterà a tutti gli Stati membri di esprimere la propria solidarietà con il Belgio. Il vertice costituirà inoltre l'occasione di fare il punto sulla lotta contro il terrorismo in Europa e l'applicazione delle leggi europee in materia: la Commissione Europea aveva proposto nello scorso novembre una serie di provvedimenti per rafforzare il controllo sul possesso delle armi da fuoco, mentre la creazione del "Pnr", il registro europeo dei dati dei passeggeri delle linee aeree, è ancora subordinata a un voto dell'Europarlamento, probabilmente già ad aprile.

La Polonia blocca il piano di ripartizione UE sui rifugiati
Il governo polacco ha intanto deciso di non accogliere sul suo territorio i rifugiati provenienti da altri Paesi in base al piano di ripartizione dell'Ue: "Dopo ciò che è successo a Bruxelles non è possibile in questo momento affermare che siamo d'accordo nell'accettare un gruppo di migranti qualsivoglia" ha dichiarato il premier Beate Szydlo all'emittente televisiva privata Superstacja. Fino ad oggi il governo polacco, nazionalista ed euroscettico, aveva accettato di accogliere circa 7mila migranti rispettando l'impegno preso dal precedente esecutivo guidato dalla centrista Ewa Kopacz.

Aeroporto di Zaventem chiuso almeno fino a venerdì
Mentre hanno ripreso a funzionare almeno parzialmente i servizi di trasporto pubblico (limitatamente a due linee su quattro per la metropolitana, con orari ridotti e solo alcune stazioni accessibili) l'aeroporto internazionale di Bruxelles-Zaventem invece non riaprirà al traffico passeggeri prima di sabato: "L'aeroporto rimarrà chiuso ai viaggiatori fino a venerdì compreso, non possiamo ancora dire se i voli commerciali riprenderanno sabato" ha spiegato la portavoce dell'ente aeroportuale, Anke Fransen, sottolineando come le compagnie aeree potranno in questo lasso di tempo "organizzare delle soluzioni alternative".