28 marzo 2024
Aggiornato 13:00
Le Figaro: linee di difesa regionali e raid aerei contro Isis

Libia, si preparano i piani militari

Dopo Iraq e Siria, ormai la Libia appare come il prossimo fronte della lotta ai jihadisti dello Stato islamico da parte degli Stati Uniti e degli altri Paesi dello «Small Group» contro l'Isis riuniti oggi a Roma.

TRIPOLI - Dopo Iraq e Siria, ormai la Libia appare come il prossimo fronte della lotta ai jihadisti dello Stato islamico da parte degli Stati Uniti e degli altri Paesi dello «Small Group» contro l'Isis riuniti oggi a Roma. Tuttavia l'intervento militare continua ad essere rinviato a causa del mancato insediamento di un governo di unità nazionale libico, a cui spetta chiedere formalmente il sostegno della Comunità internazionale. In un incontro svoltosi ieri a Roma, i ministri degli Esteri di Italia, Stati uniti e Qatar, e l'inviato Onu per la Libia, Martin Kobler, hanno fissato al prossimo 8 febbraio il «voto finale» su un esecutivo di unità nazionale.

Urgenza
Domenica scorsa, il ministro della Difesa francese Jean-Yves Le Drian ha denunciato «l'urgenza» di dare vita a un governo di unità libico che chieda il sostegno internazionale, a fronte del «serio rischio» che, con l'arrivo della primavera «i combattenti si mischino ai migranti».

La strategia francese
Auspicando un accordo politico, la strategia messa a punto dalla Francia, e riportata oggi da Le Figaro, prevede la creazione di linee di difesa regionali per contenere l'avanzata dei jihadisti: forte sostegno alla Tunisia, appoggio all'Egitto, dispiegamento dell'operazione militare «Barkhane» (in atto dall'agosto 2014 contro gruppi terroristici in Burkina Faso, Mali, Mauritania, Niger e Ciad, ndr), e cooperazione con Niger e Ciad per evitare che i jihadisti si riversino nel Sahel. Diversi, però, i punti interrogativi: l'Algeria rimane cauta, l'Egitto è concentrato sulla minaccia jihadista nel Sinai, e soprattutto bisognerebbe rivedere la linea di difesa navale, oggi sotto la bandiera europea. Secondo il quotidiano francese, servirebbero una decine di navi per controllare le coste libiche. Dai piani militari trapelati nelle ultime settimane emerge che la Comunità internazionale starebbe valutando una campagna di raid aerei a sostegno delle forze libiche sul modello di quanto fatto in Iraq, con il dispiegamento di un numero limitato di agenti delle forze speciali. Negli ultimi mesi Stati Uniti e Regno Unito hanno inviato personale per valutare la situazione sul terreno e prendere contatti con le forze locali.

Intervento anti-Isis
Secondo Le Figaro, non è escluso che la coalizione anti-Isis intervenga anche per aiutare a garantire punti strategici del Paese (aeroporti, Banca centrale). Italia e Germania hanno già annunciato l'intenzione di partecipare anche a una missione di addestramento delle forze di sicurezza libiche per contrastare il traffico di esseri umani e l'immigrazione illegale, secondo quanto riferito da Angela Merkel durante la conferenza stampa congiunta con il premier Matteo Renzi dei giorni scorsi. Secondo gli esperti, i raid aerei della coalizione anti-Isis si concentrerebbero su Sirte e nelle zone circostanti, e su Derna, 1.100 chilometri a Est di Tripoli, dove i jihadisti sono posizionati alla periferia della città da cui sono stati cacciati lo scorso luglio.

Quanto serve un intervento militare
Facendo un parallelo con la Siria, Mattia Toaldo, analista presso lo European Council on Foreign Relations di Londra, ritiene che nessun intervento militare «possa davvero cambiare il gioco, senza la presenza di forti partner in loco». Per Issandr El Amrani, responsabile per l'International Crisis Groupper del Nord Africa, l'intervento potrebbe avere «un impatto positivo, limitando l'espansione dell'Isis, prosciugando le sue risorse e rendendo più difficili le incursioni o la distruzione di impianti petroliferi a Est di Sirte». Tuttavia, ha aggiunto, un'operazione su vasta scala «potrebbe aggravare le divisioni politiche esistenti». «Per questo è importante ottenere il sostegno dei libici di diversi partiti».

(Con fonte Askanews)