19 aprile 2024
Aggiornato 16:00
L'ago della bilancia delle elezioni spagnole

La parabola ascendente di Ciudadanos

La formazione di Albert Rivera incarna la «nuova» destra ed è l'unica formazione quasi sicura di far parte di una coalizione di governo (seppure non necessariamente come socio dell'esecutivo).

MADRID - Nato dieci anni fa a Barcellona con l'obbiettivo di contrastare il nazionalismo catalano, ovvero di proporsi come alternativa autoctona al conservatore Partido Popular, Ciiutadans (C's) si trova ad essere oggi l'ago della bilancia nelle elezioni politiche del 20 dicembre, ed anzi l'unica formazione quasi sicura di far parte di una coalizione di governo (seppure non necessariamente come socio dell'esecutivo).

In dieci anni il partito guidato da Albert Rivera, 36enne avvocato considerato dai sondaggi come il politico più quotato del Paese, ha fatto passi da gigante: ha cambiato la denominazione in castigliano, Ciudadanos, segno di una volontà di allargamento a tutto il Paese che ha funzionato perfettamente, tanto che i sondaggi accreditano C's di circa il 15-20% delle preferenze.

Un risultato frutto dell'ampliamento della base elettorale e ottenuto a spese essenzialmente del Pp ma anche, seppure in piccola parte dei socialisti. C's era infatti partito avendo come target la gioventù istruita di Barcellona, considerata assai tiepida rispetto ai movimenti nazionalisti forti soprattutto nelle zone rurali della «Catalogna profonda» e nell'alta borghesia.

Successivamente ha cercato di far arrivare il proprio messaggio anche alla «classe media» in genere, rubando di fatto al Pp la bandiera del conservatorismo centralista - bandiera per l'occasione dipinta a colori un po più sgargianti rispetto alla destra postfranchista tradizionale.

Operazione riuscita anche grazie al crescente discredito del Pp, colpito da numerosi scandali di corruzione che C's non ha mancato di sottolineare ad ogni occasione, forte come i rivali a sinistra di Podemos di un'immagine assai poco compromessa - almeno per ora - con il potere.

Di fatto, il movimento di Rivera si è presentato sempre come alternativa «onesta» e «moderna» rispetto al Pp: una «nuova» destra di giovani, professionisti e manager con il culto dell'efficientismo, lontana dalle nostalgie franchiste - sebbene richiami quei «tecnocrati» dell'Opus Dei che ressero le sorti del governo spagnolo alla fine degli anni Cinquanta, quanto la dittatura fu costretta a rinunciare all'autarchia e ad aprirsi all'esterno (beninteso, solo in campo economico).

Il Pp conserva ancora un certo vantaggio grazie all'elettorato più anziano, ma rischia sempre di più un clamoroso sorpasso - già adombrato da alcuni sondaggi - così come i socialisti devono ormai guardarsi da Podemos, che oltre al voto di protesta sta accaparrandosi anche una parte di quello progressista, specie fra i più giovani.

Dal momento che i due partiti tradizionali non saranno in grado di conquistare la maggioranza assoluta, si apriranno i giochi per le alleanze e le coalizioni: ideologicamente Pp e C's sono in realtà affini, ma la campagna di discredito e di alternativa condotta da Rivera rende a priori difficile una collaborazione che rischierebbe di costare a Ciudadanos parecchi voti in futuro.

Più semplice paradossalmente potrebbe essere un'alleanza con i socialisti, in nome di un centro-sinistra in cui di fatto esisterebbe solo il centro (e non solo per la presenza di C's) ma che comunque è una formula già sperimentata in Europa nelle varie «grandi coalizioni»: tuttavia, dai sondaggi è probabile che a quest'equazione andrebbero aggiunti anche i seggi di Podemos - un menage a trois ben difficile.

Podemos a sua volta si presenta infatti come alternativa ai socialisti e al di là del populismo e della protesta ha ben poco da spartire con C's, se non la lotta alla corruzione e la «guerra» al Pp: probabilmente non abbastanza per una coalizione, al massimo per una desistenza.

(con fonte Askanews)