26 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Bombardieri americani «avvertiti» da Pechino

Cina-Usa, tensione alle stelle nel Mar cinese meridionale

Due bombardieri Usa B-52 hanno volato nelle vicinanze delle isole del Mar cinese meridionale contese da diversi paesi, dove la Cina sta costruendo isolette artificiali. I velivoli hanno ricevuto messaggi radio di avvertimento dai controllori del traffico cinesi

PECHINO - Due bombardieri Usa B-52 hanno volato nelle vicinanze delle isole del Mar cinese meridionale contese da diversi paesi, dove la Cina sta costruendo isolette artificiali. I velivoli hanno ricevuto messaggi radio di avvertimento dai controllori del traffico cinesi. L'ha reso noto il Pentagono.

L'ultima frizione
Si tratta dell'ultima frizione sino-americana attorno alle isole Spratly, dopo che una nave da guerra Usa, lo scorso mese, ha navigato vicino a una delle isolette artificiali provocando la protesta di Pechino. «Aerei sono partiti e tornati a Guam l'8 e 9 novembre, due B-52 in missione di routine nello spazio aereo internazionale nelle vicinanze delle isole Spratly nel Mar cinese meridionale, hanno ricevuto avvertimenti verbali da un controllore di volo a terra cinese, nonostante non si siano mai avventurati entro le 15 miglia nautiche», ha detto il comandante Bill Urban, un portavoce del Pentagono. «Entrambi gli aerei - ha continuato - hanno continuato la loro missione senza incidenti e hanno operato per il tutto il tempo in pieno accordo con la legge internazionale».

Continui incidenti diplomatici
Le frizioni nel Mar cinese meridionale proseguono da settimane, ma questo non pare scoraggiare gli Usa. Gli Stati Uniti continueranno infatti a pattugliare – «un paio di volte ogni trimestre» – gli isolotti artificiali costruiti da Pechino, perché considerano i passaggi delle loro navi da guerra nel Mar cinese meridionale parte delle operazioni per «garantire la libertà di navigazione» che «Washington porta avanti nel mondo da decenni».

Per gli Usa è difesa della libertà di navigazione
Nulla, dunque, ha potuto la dura reazione verbale di Pechino in seguito al transito del cacciatorpediniere «USS Lassen» all’interno delle 12 miglia marine (che Pechino rivendica come sue acque territoriali) a largo dell’arcipelago delle Nansha/Spratly. Al contrario, l’amministrazione Obama non fa alcun passo indietro su quella che Pechino considera un’interferenza di Washington nella questione delle isole contese tra Cina, Filippine,Vietnam, Malesia, Brunei e Taiwan. «Portiamo avanti operazioni per difendere la libertà di navigazione nel mondo da decenni, nessuno dovrebbe sorprendersene», ha dichiarato giorni fa il comandante della flotta statunitense nel Pacifico, ammiraglio Harry Harris, a Pechino, dove è in visita ufficiale. Secondo Harris, «queste operazioni di routine non dovrebbero mai essere interpretate come una minaccia verso alcuna nazione». Harris ha anche precisato che gli Stati Uniti non sostengono nessuna delle parti in causa che si contendono le isole artificiali. 

Posizioni inconciliabili
Poche ore prima delle dichiarazionidi Harris, era stato un anonimo funzionario del ministero della difesa statunitense a far sapere – in rivelazioni riprese dalle agenzie di stampa internazionali – che Washington intenderebbe pattugliare l’area regolarmente, un paio di volte al mese (una soltanto delle quali intorno agli arcipelaghi contesi, secondo il Wall Street Journal). «Si tratta della giusta quantità per farlo regolarmente e non dà troppo nell’occhio – ha spiegato il funzionario -. Risponde alla nostra intenzione di esercitare il nostro diritto in base alle leggi internazionali e ricorda ai cinesi e agli altri le nostre posizioni». Insomma, pare proprio che le posizioni delle due potenze sulla questione rimangano pericolosamente inconciliabili.

(Con fonte Askanews)