30 luglio 2025
Aggiornato 22:00
Il partito Diritto e Giustizia (PiS) ha maggioranza assoluta

Polonia, trionfa la destra euroscettica

Tornano al timone a Varsavia, armati della maggioranza assoluta dei seggi nel nuovo parlamento, i conservatori nazionalisti, euroscettici, ultracattolici di Diritto e Giustizia (PiS)

VARSAVIA - Tornano al timone a Varsavia, armati della maggioranza assoluta dei seggi nel nuovo parlamento, i conservatori nazionalisti, euroscettici, ultracattolici di Diritto e Giustizia (PiS): alle legislative di ieri hanno ottenuto il 38% dei sondaggi (secondo proiezioni su risultati non ancora definitivi), percentuale che un sistema di voto con premio di maggioranza traduce in 238 seggi sui 460 che compongono il Sejm, la camera bassa.

Gli sconfitti
Per i liberali europeisti di Piattaforma Civica (Po), i registi dell'unica economia nell'Ue mai andata in recessione negli anni della crisi, la batosta è più grossa anche di quanto minacciato dai sondaggi. Piattaforma, il partito dell'ex premier e attuale presidente del Consiglio Europeo Ue Donald Tusk, si è fermato al 23,4% dei voti, ottenendo 135 seggi e poca voce in capitolo nella nuova assemblea dominata dai nazionalconservatori. Al terzo posto è arrivata la formazione del cantante rock 'anti-sistema' Pawel Kukiz, anche lui di posizioni nazionaliste, con 44 seggi, poi Nowocczesna (Moderni) di orientamento liberale, con 24 deputati e il partito dei contadini Psl con 18 seggi. Buona la partecipazione per un Paese dell'ex blocco socialista dove le urne continuano ad attirare poco, al 51,6%.

Il ritorno di Diritto e Giustizia
Il gran ritorno di Diritto e Giustizia al potere, senza bisogno di alleati, stravolge gli equilibri nella cosiddetta Nuova Europa, il Centro-Est dell'Ue di cui la Polonia è indiscusso peso massimo, con conseguenze inevitabili anche a Bruxelles. PiS come premier ha candidato Beata Szydlo, dai toni moderati, come il neo capo dello Stato Andrzej Duda, ma il vero dominus resta Jaroslaw Kaczynski, fratello del defunto presidente Lech, vero incubo per l'Ue negli anni in cui è stato premier - tra il 2006 e il 2007 - e come capo del partito euroscettico.

Asse con l'Ungheria
Preoccupa in particolare la prospettiva che la vittoria dei nazionalconservatori a Varsavia sfoci in un asse con l'Ungheria dell'euroscettico e autoritario Viktor Orban: uno degli slogan elettorali della destra di Diritto e Giustizia durante la campagna elettorale è stato «Portiamo Budapest a Varsavia», con particolare riferimento alla crociata di Orban contro le banche, fonte di ispirazione per il PiS che promette di introdurre nuovi sussidi per le famiglie con più figli e di abbassare l'età pensionabile portata dai liberali a 67 anni.

Bocciata politica elitaria?
Proprio riforme come questa sembrano aver condotto il governo al capolinea il partito della crescita economica in tempo di crisi. Secondo molti analisti, gli elettori polacchi ieri sono andati alle urne per bocciare una politica accusata di garantire il benessere a pochi e dimenticare i più, costringendo i giovani ad andare all'estero per trovare lavoro e le famiglie a fare bene i conti prima di pensare a un nuovo figlio. Sul fronte della politica estera, infine, rischia un veloce tramonto l'asse con la Germania e addio convergenza sui grandi temi europei. La politica di accoglienza della cancelliera Merkel è stata ampiamente criticata in campagna elettorale. Sul fronte est, poi, si annunciano anche più pesanti tensioni con la Russia, accusata tra l'altro da Kanzinski di essere dietro il disastro aereo dell'aprile 2010: nello schianto del Tupolev nei pressi di Smolensk morirono 96 persone, tra queste molti esponenti dei vertici polacchi e lo stesso fratello-gemello Lech, all'epoca presidente.

(Con fonte Askanews)