Elezioni Grecia,Tsipras rifiuta l'accordo con la destra (per ora)
L'opposizione greca tenta di salire a bordo della barca, in difficoltà, di Alexsis Tsipras e rilancia la proposta di una grande alleanza con Syriza dopo il voto del 20 settembre, che minaccia un quadro di rinnovata frammentazione e incertezza per la Grecia
ATENE (askanews) - L'opposizione greca tenta di salire a bordo della barca, in difficoltà, di Alexsis Tsipras e rilancia la proposta di una grande alleanza con Syriza dopo il voto del 20 settembre, che minaccia un quadro di rinnovata frammentazione e incertezza per la Grecia. Il premier uscente per ora ha ribadito - lo ha fatto nuovamente ieri - il suo rifiuto e ha cercato di rilanciare sul fronte dell'accordo con i creditori internazionali. Ma i sondaggi, a ritmo quasi quotidiano, segnalano che il suo vantaggio elettorale non esiste più, eroso dalla delusione di parte dell'elettorato, dalla fuoriuscita da Syriza dell'ala radicale che vorrebbe tornare alla dracma, dalla stanchezza che sta prendendo il posto dell'orgogliosa 'resistenza' tra greci in genere e gli imprenditori in particolare.
Grandi alleanze?
Evangelos Meimarakis, leader di Nea Dimokratia (Nuova Democrazia) ha detto ieri in un'intervista a Bloomberg che proporrà a Tsipras un'alleanza nel nome della tutela della Grecia in seno all'eurozona, indipendentemente dai risultati della chiamata alle urne del 20 settembre. «Credo nel consenso e nella cooperazione», ha detto Meimarakis, 61 anni, in crescita nei sondaggi.
Il no di Tsipras
Una prospettiva a cui per ora Tsipras oppone un secco «no». Per tentare di contrastare il trend negativo, ieri Tsipras ha assicurato che con i creditori internazionali «la battaglia non è per niente finita» e ha promesso di «migliorare» le condizioni del bailout concordato lo scorso luglio. Promesse unilaterali e quindi tutte in salita, ma che confermano le paure del premier a meno di due settimane dal voto anticipato che lui stesso ha voluto, puntando a un rinnovato e più forte mandato elettorale.
Testa a testa
Secondo due ultimi sondaggi pubblicati ieri, Syriza mantiene un lieve vantaggio, anche se minimo, su Nea Dimokratia (Nd), mentre un precedente rilevamento, reso noto mercoledì scorso, dava il partito di Meimarakis per la prima volta in testa. Nei più recenti sviluppi, l'istituto Kapa accredita Syriza del 26,5 per cento delle intenzioni di voto, contro il 25,9 di Nd. La società Marc indica al 24,4 per cento Syriza e al 24 Nd. Un quadro incerto, che minaccia sia una sconfitta per il premier, sia una generale e pericolosa instabilità: situazione che permette a Meimarakis di tentare di capitalizzare sulle proposte per un governo di coalizione.
Elettorato deluso
Le ragioni dell'emoraggia di Syriza sono molteplici. Secondo gli istitutti demoscopici, la fuoriuscita dei «ribelli» guidati da Panagiotis Lafazanis (e confluiti nella nuova formazione Unità Popolare) costerà a Tsipras tra i 4 e 5 punti percentuali. L'avere accettato il patto con i creditori, inoltre, è stato percepito da una parte dell'elettorato come un atto di tradimento da parte del premier. Cosa che peserà, secondo molti analisti, soprattutto in termini di minore appoggio dei giovani il 20 settembre, e i giovani sono stati cruciali per la vittoria di Tsipras alle elezioni di gennaio. Poi ci sono le conseguenze delle misure di controllo dei capitali imposte lo scorso giugno per evitare il tracollo delle banche. I bancomat ora funzionano, ma gli imprenditori devono affrontare quotidiane difficoltà e lungaggini, in particolare serve una'approvazione ad hoc della Banca centrale ad ogni richiesta di importazione di materie prime. Intanto Meimarakis sale nei sondaggi, con il suo messaggio chiaramente pro-europeo che piace a chi non considera passato il pericolo di un'uscita dall'euro. L'esito del voto del 20 settembre sarà probabilmente deciso dagli incerti, che al momento costituirebbero oltre il 13% degli intenzionati a votare.
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