28 agosto 2025
Aggiornato 10:00
Sconvolgente reportage del NyTimes

Isis, lo stupro in nome di Dio è la nuova teologia dei jihadisti

Uno scioccante reportage del NyTimes descrive l'aberrante pratica dell'Isis di stuprare le donne yazidi in nome di Allah. Tra le vittime anche minorenni

NEW YORK (askanews) - Lo Stato Islamico (Isis) sancisce ora la «teologia dello stupro». Così il New York Times che pubblica oggi un lungo reportage dal Nord dell'Iraq tra le donne curde yazidi che hanno subito violenze dagli uomini del Califfo Abu Bakr al Baghdadi.

Testimonianze agghiaccianti
L'autore del reportage riporta testimonianze agghiaccianti di ragazze yazidi, come quella di una 12enne che racconta come, prima di essere violentata, il suo stupratore abbia trovato il tempo di spiegarle che quello che stava per fare, non era un peccato. E questo perché la sua vittima praticava una religione diversa dall'Islam: «Non è solo il Corano a darmi diritto di violentarti ma il libro sacro mi incoraggia a farlo», avrebbe insistito il jihadista, come racconta la stessa bambina.

Violenza 
La vittima racconta che dopo essere stata imbavagliata e legata, il jihadista stupratore si è inginocchiato accanto al letto, prostandosi in preghiera prima di violentarla. Finito lo stupro, l'uomo si è inginocchiato di nuovo a pregare, ostentando la sua devozione religiosa. «Continuavo a dirgli che mi faceva male, a pregarlo di smettere», ha raccontato ancora la vittima prima di aggiungere: «Mi ha detto che secondo l'Islam gli è permesso di violentare una non credente. E che avermi violentata, per lui era come avvicinarsi a Dio». La ragazza è stata intervistata nel campo profughi nel Kurdistan iracheno dove è giunta dopo 11 mesi di prigionia nelle mani dei jihadisti.

Animali
Secondo il Nyt, che ha incontrato 21 ragazze yazidi che hanno subito violenze, lo stupro sistematico delle donne di questa minoranza religiosa è diventata una sorta di «teologia» dell'organizzazione radicale da quando il Califfato ha annunciato che stava per riconsiderare la schiavitù come una istituzione. Tra le vittime anche una donna di 34 anni ripetutamente violentata da un combattente saudita nella città siriana di Shadadi. La donna ha descritto come lei sia riuscita a cavarsela meglio dell'altra «schiava» della casa, la bambina dodicenne, stuprata per giorni e giorni nonostante una grave emorragia. «Ha distrutto il suo corpo. Aveva un'infezione», racconta la 34enne.

Nel nome di Dio
Impassibile, lo stupratore, ignorando l'agonia della ragazza, ha continuato il rituale della preghiera prima e dopo ogni violenza compiuta sulla bambina. «Gli ho detto, 'E' solo una ragazzina'», ha ricordato la donna più anziana prima di riferire la risposta: «No. Non è una bambina. Lei è una schiava e sa esattamente come fare sesso». «E fare sesso con lei piace a Dio», ha aggiunto lo stupratore parlando nel nome di Allah.