26 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Per il suo attivismo nel Mar Cinese del Sud

La Cina preoccupa Obama e Abe

Il presidente degli Usa Barack Obama, in occasione del suo incontro con Abe, ha affermato che Stati Uniti e Giappone sono preoccupati per le attività di Pechino nel Mar Cinese del Sud. Il presidente ha fatto riferimento alle attività della Cina nella regione, ricca di risorse naturali, ma contesa da alcuni stati del Sudest asiatico.

NEW YORK (askanews) - «Gli Stati Uniti e il Giappone sono preoccupati per le attività di Pechino nel Mar Cinese del Sud». Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti nella conferenza stampa congiunta dal Rose Garden della Casa Bianca con il primo ministro giapponese Shinzo Abe. Il presidente ha fatto riferimento alle attività della Cina nella regione, ricca di risorse naturali, ma contesa da alcuni stati del Sudest asiatico.

Nessuna provocazione nei confronti della Cina
Per il presidente Obama, tuttavia, «La forte alleanza tra Stati Uniti e Giappone non è una provocazione nei confronti della Cina». Abe è stato invitato a parlare domani al Congresso in seduta congiunta, un onore per la prima volta accordato a un premier del paese ex nemico durante la Guerra del Pacifico. In quell'occasione il capo del governo giapponese, accusato dai suoi detrattori di essere nazionalista e reticente sulle colpe del Giappone nel conflitto, potrebbe ritornare sulla questione storica. Nelle settimane scorse ha evitato di presentare nuove scuse ai paesi vittima dell'aggressione nipponica nella prima parte del XX secolo, provocando irritazione in particolare dalla Cina e dalla Corea del Sud.

La questione delle donne di conforto
Oggi è tornato due volte sulla vicenda delle cosiddette «donne di conforto», le donne - per lo più coreane, cinesi e filippine - costrette a prostituirsi nei bordelli dell'Armata imperiale e che nel secondo conflitto mondiale subirono violenze inenarrabili. Abe ha ribadito la volontà di mantenere la posizione assunta dal suo predecessore Yohei Kono nel 1993, quando era capo di gabinetto del governo, nella quale ci fu una presa di responsabilità. «Sono profondamente addolorato quando penso alle 'donne di conforto' che hanno subito sofferenze incommensurabili come vittime del traffico di esseri umani», ha detto Abe. Una dichiarazione che già aveva fatto a Cambridge, dove aveva anche precisato che Tokyo si è impegnata ad assistere queste donne. Quest'ultima valutazione non trova d'accordo alcune delle ultime superstiti coreane, che hanno tentato di ottenere risarcimenti nei tribunali giapponesi.