29 marzo 2024
Aggiornato 13:00
La stima di Oim

Nel 2015 il Mediterraneo potrebbe inghiottire 30.000 persone

Secondo l'OIM, nel 2015 si rischia di assistere alla morte di 30.000 migranti nel Mediterraneo se il bilancio di questi primi quattro mesi verrà replicato da qui alla fine dell'anno. Perchè i trafficanti ammassano sempre più migranti su imbarcazioni di fortuna, a maggior rischio naufragio.

GINEVRA (askanews) - Nel 2015 si rischia di assistere alla morte di 30.000 migranti nel Mediterraneo se il bilancio di questi primi quattro mesi verrà replicato da qui alla fine dell'anno. Questo l'allarme lanciato oggi dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), dopo aver evidenziato come oggi il bilancio sia 30 volte superiore a quello dello stesso periodo dello scorso anno.

2015 record delle morti
«L'Oim calcola che il bilancio dei morti è al momento oltre 30 volte quello registrato nello stesso periodo del 2014, quando i migranti morti sono stati solo 56 - ha detto il portavoce Joel Millman da Ginevra - ora l'Oim teme che il bilancio complessivo del 2014, di 3.279 migranti morti nel Mediterraneo, possa essere superato quest'anno nell'arco di poche settimane e che possa toccare i 30.000 morti entro la fine dell'anno, alla luce dell'attuale bilancio».

Carenza di imbarcazioni
Un timore dovuto anche alla constatazione del fatto che i trafficanti di esseri umani stanno ammassando sempre più migranti sulle imbarcazioni, che risultato così a maggior rischio naufragio. Secondo Millman l'imbarcazione naufragata domenica scorsa con 800 persone a bordo, «lo scorso anno avrebbe portato 200 persone». «Se c'è davvero carenza di imbarcazioni è così che faranno. Se è questo il caso, e pare sia così, c'è motivo di temere che il tasso di decessi possa aumentare in modo astronomico, perchè si stanno comportando così per trasportare le persone», ha aggiunto.

Soprattutto i rifugiati a rischio vita
Da parte sua, Volker Turk, direttore per la protezione internazionale dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), ha sottolineato come la maggior parte dei migranti che rischiano la vita nel Mediterraneo sono rifugiati: «Se si guardano i numeri dello scorso anno, oltre il 50% delle persone che ha attraversato il Mediterraneo era bisognosa di protezione internazionale. Perlopiù siriani, eritrei e somali»«Con la fine di Mare Nostrum, noi avevamo purtroppo previsto quanto stiamo vedendo oggi, e speriamo che il vertice di domani del Consiglio europeo presti adeguata attenzione alle dimensione di ricerca e salvataggio», ha concluso Turk.