26 aprile 2024
Aggiornato 01:00
4 minori sopravvissuti

60 adolescenti sul peschereccio, il dramma nel dramma

Secondo Save The Children, è verosimile che circa 60 di adolescenti fossero sul peschereccio. 4 minori sono sopravvissuti al naufragio. L'Ong chiede ai capi di Stato dell'Ue un'azione immediata e concreta di ricerca e soccorso e avverte: potenziare Triton non sarà sufficiente.

ROMA (askanews) - Si sono dichiarati minori 4 dei sopravvissuti del naufragio di sabato notte arrivati ieri sera al porto di Catania sulla nave Gregoretti della Guardia Costiera. Si tratta di due minori somali e due bengalesi di età dichiarata di 17 anni, che gli operatori di Save the Children, l'Organizzazione dedicata dal 1919 a salvare i bambini e proteggerne i diritti, hanno incontrato e assistito immediatamente al loro arrivo e con i quali stanno avendo un colloquio approfondito, al fine di individuare i loro bisogni e di conoscere meglio la loro situazione personale, compresa la presenza di eventuali familiari in Italia o in Europa che vorrebbero raggiungere, al fine di contribuire alla determinazione della soluzione migliore nel loro superiore interesse.

Circa 60 adolescenti viaggiavano sul peschereccio
Dalle prime testimonianze riportate dai minori, sembrerebbe che, tra le circa 800/850 persone a bordo, ci fossero circa 60 adolescenti che viaggiavano nei due piani superiori del peschereccio e che sono attualmente tra i dispersi. «I minori hanno riportato di non aver visto donne o bambini piccoli, ma non è escluso che fossero stipati nel piano inferiore del peschereccio e che quindi si siano inabissati con esso», ha commentato Valerio Neri, Direttore generale di Save the Children Italia. 

L'appello di Save the Children
«Il terrore che si può leggere negli occhi di questi ragazzi deve essere lo sguardo che ognuno di noi deve immaginare di incrociare ogni momento, di cui il mondo politico deve tenere conto in ogni sua decisione. È lo sguardo che i capi di stato che si incontreranno giovedì nel vertice europeo non possono più ignorare». Save the Children chiede pertanto ai Capi di Stato dell'Unione Europea un'azione immediata e concreta: un'operazione Europea di ricerca e soccorso nel Mediterraneo con risorse adeguate e personale specializzato. Per questo l'organizzazione ha lanciato oggi una petizione a cui si può aderire sul link www.savethechildren.it/petizione .

Rafforzare Triton non è sufficiente
«Ogni idea di rafforzamento dell'attuale operazione Triton, come si prospetta in queste ore, non sarà sufficiente fintanto che non comprenda un mandato specifico e delle reali e concrete capacità di ricerca e salvataggio in mare». L'Organizzazione, inoltre, chiede ai capi di stato che considerino attentamente la possibilità di un meccanismo di collocazione dei richiedenti asilo e profughi nei vari paesi membri della UE. Infine, l'elevata e costante presenza negli sbarchi di minori soli non accompagnati impone al nostro Paese la necessità di contare su un adeguato sistema di accoglienza, e l'organizzazione chiede al Parlamento Italiano l'immediata approvazione della proposta di legge bipartisan redatta da Save the Children per l'accoglienza e la protezione dei minori stranieri non accompagnati depositata il 3 ottobre 2013 e ancora bloccata alla Camera.

Nel 2015 più di 1600 morti
Fino a oggi, dall'inizio del 2015, sono morte circa 1600 persone nel Mediterraneo. Tutto questo è inaccettabile e intollerabile. Dopo la drammatica tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013 (366 morti), i Politici e le Istituzioni avevano detto: "Non succederà mai più». Ma uomini, donne e bambini, in fuga da guerre, fame e violenze, continuano a morire in mare. #WhyAgain?