19 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Prima visita del premier iracheno a Washington

L'Iraq chiede aiuto a Obama

Oggi, si terrà la prima visita del premier iracheno a Washington. Haider al-Abadi, primo ministro da settembre, ha chiesto ieri agli States più aiuti nella lotta ai jihadisti. Il suo governo è impegnato ad affrontare una dura crisi economica e l'avanzata dell'Isis. Giovedì, l'incontro con Christine Lagarde del FMI.

NEW YORK (askanews) - Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, riceverà oggi il primo ministro iracheno, Haider al-Abadi, che ieri ha chiesto a Washington più aiuti nella lotta ai jihadisti. Si tratta della prima visita ufficiale a Washington per il premier iracheno, che chiederà miliardi di dollari in prestiti e assistenza internazionale, visto che il suo governo è impegnato ad affrontare una dura crisi economica, dovuta anche al crollo del prezzo del petrolio, oltre all'avanzata dei militanti dell'Isis, che hanno conquistato un'ampia parte del territorio iracheno.

Iraq in cerca di aiuti e sostegno economico
​Abadi, arrivato ieri sera nella capitale statunitense, ha un'agenda ricca di appuntamenti, riferisce il New York Times: oltre a Obama, incontrerà giovedì Christine Lagarde, a capo del Fondo monetario internazionale, e Jim Yong Kim, il presidente della Banca mondiale. Ha inoltre in programma colloqui con i manager di aziende petrolifere e banche internazionali, come Citibank e Deutsche Bank. Incontrerà anche il segretario di Stato, John Kerry, e il segretario alla Difesa, Ashton Carter; lo speaker della Camera, John Boehner, il leader della maggioranza in Senato, Mitch McConnell, e altri membri del Congresso.

Aiuto internazionale di quasi 5 miliardi
L'Iraq deve affrontare un deficit, quest'anno, di 22 miliardi di dollari, una cifra notevole considerando che il budget totale è di 105 miliardi. Le entrate derivanti dal petrolio, che costituiscono una grandissima parte di quelle complessive, sono diminuite proprio mentre il governo iracheno è impegnato nel difficile tentativo di ripristinare i servizi essenziali e di ricostruire città e villaggi distrutti nei combattimenti contro l'Isis. Le autorità irachene contano su un sostanzioso aiuto internazionale, che include più di 2,4 miliardi di dollari da alcuni dei membri del Fondo monetario internazionale e 2 miliardi dalla Banca mondiale. Baghdad vorrebbe inoltre ottenere sostanziosi prestiti dall'Export-Import Bank degli Stati Uniti per finanziare l'acquisto di aerei della Boeing per la compagnia aerea Iraqi Airways.

Abdadi chiede il sostegno della comunità internazionale
​Abadi, diventato primo ministro a settembre, aveva già chiesto in passato il sostegno economico della comunità internazionale. A dicembre, aveva domandato ai leader riuniti a Bruxelles un aiuto economico per ricostruire le città e i villaggi che il governo sperava di strappare al controllo dell'Isis. Il segretario di Stato statunitense, John Kerry, aveva dichiarato di aspettarsi un notevole contributo da parte dell'Arabia Saudita e di altri Paesi arabi, pur assicurando quello degli Stati Uniti. Durante la sua visita a Washington, Abadi rinnoverà la richiesta di ricevere aiuti umanitari per la popolazione costretta a fuggire durante i combattimenti e, come chiesto a gennaio in un vertice a Londra, anche armi. ​Abadi ringrazierà gli Stati Uniti, il cui aiuto aereo è stato importante per riconquistare Tikrit, ma cercherà anche di capire quanto sostegno l'amministrazione statunitense è pronta a garantirgli, in un momento fondamentale per la campagna di riconquista del territorio. Obama, invece, vorrà ricevere rassicurazioni sulla partecipazione di sunniti, sciiti e curdi al governo e alla vita politica del Paese, dopo anni di accentramento nelle mani degli sciiti che sono stati tra le cause dell'avanzata degli estremisti sunniti dell'Isis.