Per il trattato Usa-Ue, Obama strizza l'occhio ai repubblicani
Obama rischia la debacle alle elezioni di medio mandato. Ma sul Ttip con l'Ue, i repubblicani sono con lui
NEW YORK - C'è un solo motivo per il quale il presidente Barack Obama potrebbe ben accogliere una vittoria sia alla Camera che al Senato dei repubblicani nelle prossime elezioni di medio termine che si svolgeranno martedì. E questa ragione è legata ai negoziati per il Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti (Ttip) tra Stati Uniti e Europa. Anche se l'accordo allo studio vede ancora molti punti in cui le due parti sono in disaccordo - quella degli standard sui prodotti agricoli e alimentari ad esempio - il presidente Usa vede proprio all'interno delle file del suo partito il maggior numero di oppositori. Difficoltà che Obama potrebbe mettere da parte stringendo un patto con il Grand Old Party, dice John Hudson di Foreign Policy. Se infatti il partito repubblicano ha dichiarato guerra all'agenda del presidente nel caso in cui riuscisse ad ottenere la maggioranza in tutto il parlamento, proprio sul Ttip (che dovrebbe entrare in vigore dal 2015) potrebbe fare il gioco di Obama e aiutarlo a mettere all'angolo l'opposizione interna al partito democratico che mal digerisce gli sforzi di Obama per creare il mercato di libero scambio più grande al mondo, ovvero tra i Paesi che producono il 47% del Pil mondiale.
SUL TTIP DEMOCRATICI CONTRO OBAMA - L'amministrazione Obama sta portando avanti negoziati su due diversi fronti: da una parte il Ttip con l'Europa e dall'altra Trans-Pacific Partnership (Tpp) con i Paesi che si affacciano sull'Oceano Pacifico. Proprio il presidente da anni spinge per arrivare a un accordo che secondo la sua visione aumenterà i posti di lavoro e farà crescere le esportazioni.Ma proprio i democratici hanno espresso forti dubbi sulla questione: sostenendo infatti che possa avere un impatto negativo sui lavoratori e sulle loro paghe. Inoltre si sono opposti alla richiesta di Obama di rinnovare la Trade promotion authority (TPA), un potere straordinario dato dal Congresso al presidente: permetterebbe a Obama di prendere decisioni su tematiche commerciali passando dal Congresso ma evitando che quest'ultimo possa fare emendamenti per cercare di rallentare l'approvazione.
REPUBBLICANI IN VANTAGGIO IN CAMERA E SENATO - Dopo mesi di campagna elettorale, costata circa 3,67 miliardi - nuovo record per le elezioni di metà mandato - è arrivato il momento di decidere: negli Stati Uniti, è l'Election Day. Le urne sono già state aperte, tra le 6 e le 7 (ora locale), sulla costa orientale del Paese, e saranno chiuse entro le 21. In palio ci sono i 435 seggi della Camera e 33 dei 100 al Senato, che potrebbero ridare l'intero controllo del Congresso ai repubblicani, dopo otto anni; nei singoli Stati, poi, ci saranno elezioni statali e locali: in palio, soprattutto, 36 posti da governatore. Per molti si tratterà di un referendum sul presidente Barack Obama: in questo caso, vista la sua scarsa popolarità attuale, difficilmente i democratici potrebbero mantenere la maggioranza in Senato, nonostante l'ottimismo mostrato a poche ore dal voto dal vicepresidente Joe Biden, che è stato il volto dell'amministrazione in questa campagna elettorale.
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