Passaggio di commesse da Barroso a Juncker
Il presidente eletto della nuova Commissione europea, Jean-Claude Juncker ha presentato stamattina la sua squadra e il suo programma, che ha definito "non un mero esercizio di stile, ma un contratto con il Parlamento europeo" davanti alla plenaria dell'Assemblea di Strasburgo.
BRUXELLES - Il presidente eletto della nuova Commissione europea, Jean-Claude Juncker ha presentato stamattina la sua squadra e il suo programma, che ha definito «non un mero esercizio di stile, ma un contratto con il Parlamento europeo» davanti alla plenaria dell'Assemblea di Strasburgo.
UNA COMMISSIONE COMPLETAMENTE RINNOVATA IN STRUTTURA E MECCANISMO - In un discorso abbastanza convincente, anche se meno appassionato e acceso di quello memorabile di luglio, con il suo usuale stile sarcastico («i governi non ci hanno dato abbastanza donne, e neanche il governo Lussemburghese lo ha fatto, e purtroppo io non posso cambiare sesso nel medio termine»), Juncker ha spiegato perché ha voluto cambiare radicalmente la struttura e il meccanismo decisionale interno della nuova Commissione, rendendola molto più collegiale. Una struttura disegnata in modo che i commissari non lavorino ciascuno «sotto una campana» e i vicepresidenti organizzino e coordinino le iniziative e le decisioni per garantire l'attuazione delle priorità del programma: «Unione dell'Energia», «crescita e investimenti», «mercato digitale», «euro e dialogo sociale». Ha spiegato, inoltre, di avere per la prima volta nominato un «primo vicepresidente», nella persona dell'ex ministro degli Esteri olandese Frans Timmermans, socialista, a cui ha delegato molte delle sue prerogative.
FRANS TIMMERMANS VICEPRESIDENTE - Il presidente eletto ha elencato poi le concessioni fatte alle richieste del gruppo dei Socialisti e Democratici, che sosterranno la sua Commissione: ha attribuito al vicepresidente Timmermans la responsabilità per lo «Sviluppo sostenibile» (cioè per la compatibilità ambientale delle politiche Ue) che mancava del tutto nella prima ripartizione dei portafogli; ha tolto la responsabilità sulla Cittadinanza all'ungherese Tibor Navracsics, ex membro del governo autoritario di Viktor Orban (ancorché appoggiato dal Ppe), aggiungendola al portafogli sull'Immigrazione e gli Affari interni del greco Dimitris Avramopoulos (Navracsics rimane con Educazione, Cultura e Sport); ha rimesso nella Direzione Generale Salute e Consumatori la responsabilità per i prodotti farmaceutici, che in un primo tempo aveva cercato di trasferire ai servizi del Mercato interno.
PIÙ CHE UNA TRIPLA A FINANZIARIA, C'E' BISOGNO DI UNA TRIPLA A SOCIALE - La battuta nuova forse più efficace rispetto al suo discorso di luglio è stata quella in cui ha osservato che «ci si preoccupa molto della tripla A per i paesi sui mercati, ma io vorrei che l'Ue avesse una tripla A sociale, che è altrettanto importante di quella economica e finanziaria». Juncker ha poi ribadito la sua contrarietà a qualunque meccanismo di protezione degli investimenti che sottragga alla giurisdizioni e alle democrazie nazionali le decisioni sulle controversie fra Stati e multinazionali, annunciando che su questa base sarà Timmermans a dare il via libera finale della Commissione a un eventuale accordo in questo campo nei negoziati in corso con gli Usa per il Ttip (l'accordo transatlantico sul commercio e gli investimenti).
FALLIREMO SE NON RIUSCIREMO A RIAVVICINARE I CITTADINI ALL'UE - «Falliremo se non riusciremo a riavvicinare i cittadini all'Europa, a far fare all'Europa le grandi cose, lasciando le piccole cose agli Stati e alle comunità locali, se non ridurremo la disoccupazione, se ridaremo prospettive ai giovani", ha concluso il presidente eletto, accolto da un lungo applauso, ma meno intenso e più scontato rispetto a quello che aveva salutato il suo discorso d'investitura a luglio. Nel dibattito in aula, senza sorprese, il Ppe, il gruppo Socialista e Democratico e i Liberali hanno dichiarato che voteranno a favore della nuova Commissione, mentre il capogruppo dei Conservatori ha dichiarato, e non era scontato, che i deputati della sua formazione (la terza dell'Europarlamento) si asterranno.
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