Cameron: Ora la devolution
Si è concluso lo spoglio dei voti del referendum in Scozia in tutte e 32 le circoscrizioni. Il dato definitivo assegna la vittoria al No all'indipendenza con il 55,3% dei voti. David Cameron aveva promesso che, se avesse vinto il No, avrebbe concesso più poteri a Holyrood.
LONDRA - Il quesito referendario, negoziato nel 2012 con il governo di Londra, era: «La Scozia deve essere un Paese indipendente?». Se avesse vinto il «sì», la Scozia avrebbe potuto proclamare l'indipendenza nel marzo del 2016 e successivamente organizzato delle elezioni politiche per eleggere un'Assemblea Costituente. Da un punto di vista culturale e politico sarebbe cambiato relativamente poco: in base all'Act of Union del 1707 la Scozia ha sempre conservato i propri sistemi giuridici e di istruzione, nonché la religione presbiteriana; inoltre, come accade per altri Paesi del Commonwealth, il monarca britannico sarebbe rimasto comunque Capo dello Stato (e della Chiesa di Scozia) dato che la riunione delle due Corone in un unico monarca era precedente al trattato.
QUESTIONI APERTE - Molto intricata invece la questione dello status scozzese all'interno dell'Unione Europea, i cui Trattati non contemplano la possibilità di una secessione in seno ai Paesi membri. Da risolvere sarebbero state anche le questioni della bandiera (l'Union Jack contiene la croce di Sant'Andrea con sfondo blu) e della sterlina, sulla quale Londra aveva mostrato di non voler cedere di un passo. Infine, la sorte della base navale britannica che ospita i sommergibili nucleari Trident: la Royal Navy si è sempre rifiutata di contemplare l'ipotesi di un trasferimento, dati i costi elevati, ma se le autorità scozzesi autonome non avessero concesso l'extraterritorialità Londra sarebbe stata costretta a un ridispiegamento della propria principale arma di deterrenza nucleare.
VINCE IL "NO" COL 55,3% - Si è concluso lo spoglio dei voti del referendum in Scozia in tutte e 32 le circoscrizioni. Il dato definitivo assegna la vittoria al No all'indipendenza con il 55,3% dei voti. Gli scozzesi che hanno accolto la proposta del leader indipendentista Alex Salmond sono stati 1.617.989, coloro che l'hanno bocciata sono stati 2.001.926. L'affluenza alle urne è stata dell' 84,6%.
CAMERON: MANTENGO LA PAROLA, ORA LA DEVOLUTION - David Cameron ha preso la parola da Downing Street poco dopo le 8 di questa mattina, dopo la vittoria del No al referendum sull'indipendenza scozzese: «Il popolo di Scozia si è espresso e abbiamo un risultato chiaro. Hanno voluto tenere unite le quattro nazioni del nostro paese e, come milioni di altre persone, io ne sono lieto». Il premier conservatore britannico, dopo avere ringraziato entrambi i fronti per una «campagna molto ben combattuta» ha dichiarato: «E' tempo che il Regno Unito si riunisca e vada avanti». Poi Cameron è arrivato al punto chiave: «Ci siamo espressi sulla devolution e la faremo nel prossimo parlamento", poi ha aggiunto: "Assicureremo che quegli impegni vengano onorati pienamente». Il premier britannico David Cameron si prepara ad annunciare un piano di cessione di poteri verso la Scozia all'indomani del referendum sull'indipendenza, vinto dal fronte del No. Pochi giorni fa, con un gesto dettato dal forte timore di una vittoria degli indipendentisti scozzesi, il leader dei Tories, con al suo fianco i suoi avversari politici, il leader laburista Ed Miliband e liberale Nick Clegg, promise maggiori poteri a Holyrood (sede del parlamento scozzese, ndr) se il No avesse prevalso, soprattutto in materia fiscale. Una concessione che ovviamente avrebbe immediate ripercussioni anche sulle prerogative di tutte le regioni britanniche: Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord.
SCHULZ: SONO SOLLEVATO - Il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz si è detto «sollevato» dall'esito del referendum in Scozia, dove ha prevalso il No all'indipendenza dal Regno Unito. In un'intervista alla radio tedesca Deutschlandfunk, Schulz ha affermato: «Lo confesso: il risultato mi dà sollievo».