12 ottobre 2025
Aggiornato 23:30
Presidenziali Turchia

Erdogan: è il tempo di «una nuova Turchia»

Questo l'obiettivo che il premier turco Recep Tayyip Erdogan, il grande favorito delle elezioni presidenziali del prossimo 10 agosto, ha annunciato questo pomeriggio a Istanbul nel corso di un maxi-evento elettorale a cui hanno partecipato più di 4.500 persone.

ISTANBUL - E' arrivato il tempo di costruire «una nuova Turchia» più ricca e democratica, in netto contrasto con la «vecchia Turchia» autoritaria, in mano ai militari, «dove lo stato veniva prima della gente»: questo l'obiettivo che il premier turco Recep Tayyip Erdogan, il grande favorito delle elezioni presidenziali del prossimo 10 agosto, ha annunciato questo pomeriggio a Istanbul nel corso di un maxi-evento elettorale a cui hanno partecipato più di 4.500 persone.

In un nuovo centro congressi sulle rive del Corno d'oro, lo stretto che taglia in due la sponda europea di Istanbul, personaggi di spicco del mondo dello spettacolo, decine di imprenditori, ma anche familiari e amici d'infanzia del premier, oltre che l'inseparabile moglie Emine, membri del governo e i dirigenti dell'Akp al completo hanno ascoltato il lungo discorso, durato più di un'ora e mezza, in cui Erdogan, che secondo tutti i sondaggi è destinato a vincere le elezioni già al primo turno, ha descritto il programma che intende realizzare se diverrà il nuovo Capo dello stato. Quindi è stato proiettato un documentario sulla sua «visione» per il paese, intitolato «Verso una nuova Turchia".

Il premier leader indiscusso della politica turca negli ultimi dieci anni, in cui il suo Akp ha vinto un'elezione dopo l'altra raccogliendo sempre maggiori consensi, ha snocciolato uno per uno i successi del suo governo che, secondo lui, ha risolto molti problemi della «vecchia Turchia dove c'era un colpo di stato ogni 10 anni»: «Lo stato aveva paura delle libertà. Vedeva come un pericolo per se stesso un cambio di regime e le richieste di maggiori diritti», ma grazie alla determinazione dell'Akp nel braccio di ferro contro l'esercito e il vecchio establishment fedele al kemalismo e contro l'ideologia nazionalista e ultra-laicista imposta dal fondatore della Repubblica turca Mustafa Kemal Ataturk negli anni '20, il paese è diventato più democratico.

«Noi abbiamo chiesto democrazia e libertà per tutti. Per questo motivo abbiamo realizzato riforme per 12 anni, siamo rimasti saldi davanti a ogni tentativo di controllo o tutela (dall'alto)».

«La situazione tuttavia non è ancora quella ottimale», ha detto però il premier, che ha messo l'accento su quelli che saranno i due obiettivi principali del suo mandato. Prima di tutto approvare una nuova costituzione al posto di quella scritta durante il colpo di stato militare del 1980, l'ultimo e il più sanguinoso della storia turca, e allo stesso tempo portare a termine il processo di pace con gli autonomisti del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), trovando una soluzione politica a un conflitto, «uno degli ultimi problemi rimasti della vecchia Turchia» lo ha definito Erdogan, che ha fatto dal 1984 più di 45mila morti nel sud-est del paese a maggioranza curda.

«Sarò il più attento guardiano del processo», ha assicurato il primo ministro, che ha citato, a dimostrazione dell'impegno del suo governo a favore del dialogo, la legge approvata ieri in parlamento che garantisce l'immunità ai negoziatori e apre la strada al reinserimento dei guerriglieri.

Il premier che, come già annunciato da tempo, se eletto, non ha nessuna intenzione di ricoprire un ruolo superpartes come i precedenti presidenti; secondo Erdogan, infatti, nella storia della repubblica turca dagli anni '40 infatti, il Capo dello stato ha difeso gli interessi di una elite contro il governo democraticamente eletto dai cittadini e proprio su questo punto ha attaccato il candidato sostenuto dai due principali movimenti d'opposizione, il Partito repubblicano del popolo (Chp) e il Partito d'azione nazionalista (Mhp), Ekmeleddin Ihsanoglu. Il principale competitor di Erdogan, che secondo molti osservatori turchi non ha il carisma necessario a competere realmente con il premier, è favorevole all'attuale sistema parlamentare e ha dichiarato che, se eletto, manterebbe una posizione equidistante verso tutti i partiti.