Aids, una cura potrebbe essere possibile
A sostenerlo, all'indomani dell'annuncio della guarigione di una neonata sieropositiva, è la ricercatrice che vinse il Premio Nobel, insieme a Luc Montagnier, per aver scoperto l'Hiv, Francois Barré-Sinoussi
ROMA - Una cura per l'Aids potrebbe essere possibile. A sostenerlo, all'indomani dell'annuncio della guarigione di una neonata sieropositiva, è la ricercatrice che vinse il Premio Nobel, insieme a Luc Montagnier, per aver scoperto l'Hiv, Francois Barré-Sinoussi.
SOSTENERE LA RICERCA - «Oggi abbiamo delle prove che suggeriscono che una cura potrebbe essere possibile - ha detto la studiosa al Times - dobbiamo sostenere i finanziamenti alla ricerca per la cura e gli scienziati devono migliorare la loro cooperazione. E' in atto, ci vorrà del tempo, ma un numero crescente di dati indica che dobbiamo andare avanti e impegnarci per una cura».
Se i farmaci antiretrovirali sono riusciti ad aiutare le persone a vivere una vita normale, ha aggiunto, oggi è importante puntare a una soluzione definitiva contro la malattia che colpisce 30 milioni di persone nel mondo. «Quello che abbiamo oggi è un progresso importante - ha dichiarato - ma dobbiamo prendere in considerazione altre soluzioni per il futuro. E' meraviglioso avere oggi gli antiretrovirali. Ma se riusciamo a migliorare in modo da mettere fine alla cura delle persone, sarebbe meraviglioso per il paziente e per il bilancio del governo».
LA BAMBINA «GUARITA» - Ieri, gli scienziati americani hanno annunciato la «guarigione funzionale» di una bambina che oggi ha due anni e mezzo, nata sieropositiva: il virus non è stato infatti completamente debellato, tuttavia la sua presenza è talmente ridotta da consentire al sistema immunitario dell'organismo di tenerlo sotto controllo senza dover ricorrere ai farmaci.
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