24 aprile 2024
Aggiornato 16:00
USA 2012 | Convention Democratica

E' l'ora dell'Obama «messianico»

Vi guiderò lungo un cammino tortuoso, ma che conduce in un posto migliore. E' stato un Barack Obama a tratti messianico quello che ha chiesto, ieri sera, «four more years», altri quattro anni agli americani. Lo ha fatto presentando la scelta da compiere il 6 novembre come «una scelta tra due visioni completamente diverse del futuro»

NEW YORK - Vi guiderò lungo un cammino tortuoso, ma che conduce in un posto migliore. E' stato un Barack Obama a tratti messianico quello che ha chiesto, ieri sera, 'four more years', altri quattro anni agli americani. Lo ha fatto presentando la scelta da compiere il 6 novembre come «una scelta tra due visioni completamente diverse del futuro».

«So che durante le campagne elettorali la verità e i veri problemi sono coperti da una montagna di denaro e pubblicità» ha esordito Obama. «Ma quando starete per votare, avrete di fronte la scelta più chiara che si sia mai presentata davanti a questa generazione. Nei prossimi anni, le grandi decisioni saranno prese a Washington, su occupazione ed economia, tasse e deficit, energia e istruzione, guerra e pace. Decisioni che avranno un grande impatto sulle nostre vite e sulle vite dei nostri bambini nei decenni a venire» ha detto Obama, salito poco dopo le 22.20 - introdotto dalla moglie Michelle - sul palco della Time Warner Cable Arena di Charlotte, uno spazio più intimo rispetto allo stadio da 70.000 spettatori che avrebbe dovuto ospitare il suo discorso di accettazione della nomination democratica, 'bocciato' il giorno prima a causa delle cattive condizioni meteorologiche.

«Su ogni questione, la scelta che affronterete non sarà soltanto tra due candidati o due partiti, sarà la scelta tra due diversi percorsi per l'America, una scelta tra due visioni completamente diverse del futuro» ha detto il 44esimo presidente degli Stati Uniti. Obama non ha mai pronunciato il nome del candidato repubblicano Mitt Romney, semplicemente «il mio rivale», e nemmeno quello del «suo compagno di corsa», Paul Ryan, ma i riferimenti sono stati continui. Poi un attacco, diretto: «I repubblicani a Tampa si sono divertiti a dire cosa non va in America, ma non hanno detto cosa intendono fare».

«Non pretendo - ha poi spiegato - che il percorso che offro sia veloce o facile. Non l'ho mai preteso. Non mi avete eletto per dirvi quello che volevate sentirvi dire. Mi avete eletto per dirvi la verità. E la verità è che serviranno più anni per vincere le sfide che si sono formate nel corso dei decenni. Serviranno uno sforzo comune, una responsabilità condivisa e un tipo di sperimentazione ardita e ostinata che Franklin Roosevelt ha seguito durante l'unica crisi peggiore di questa» ha aggiunto Obama, durante il discorso conclusivo della convention democratica.

«Ma devi sapere una cosa, America: i nostri problemi possono essere risolti. Il percorso che vi offro potrà essere più duro, ma conduce in un posto migliore. Vi sto chiedendo di scegliere quel futuro. Vi sto chiedendo di stringervi intorno a una serie di obiettivi per il vostro Paese» ha proseguito Obama, elencandoli. «Nell'industria, un milione di nuovi posti di lavoro entro la fine del 2016 ed esportazioni raddoppiate per la fine del 2014; nell'energia, una riduzione del 50 per cento delle importazioni di petrolio e il sostegno a 600.000 posti di lavoro nel settore del gas naturale; nella sicurezza nazionale, nuovi investimenti grazie ai soldi risparmiati per la fine delle guerre; poi, la riduzione di oltre 4.000 miliardi di dollari del nostro deficit nel corso del prossimo decennio. Un piano vero, realizzabile, che porti nuovi posti di lavoro, più opportunità e ricostruisca questa economica su basi più forti. Questo - ha aggiunto Obama - è quello che possiamo fare nei prossimi quattro anni ed è per questo che correrò per un secondo mandato come presidente degli Stati Uniti».
«Se credete in un Paese dove tutti abbiano un'occasione e tutti giochino con le stesse regole, stasera vi chiedo di votare per me» ha concluso dopo 38 minuti. E dai 22.000 dell'arena, un unico, corale 'sì'.