12 ottobre 2025
Aggiornato 11:30
Mobilità sostenibile

L'UE propone nuovo taglio emissioni CO2 delle auto

Le emissioni medie provenienti dalle autovetture nuove dovranno passare dagli attuali 135,7 grammi di CO2 a chilometro del 2011 a 95 g/km nel 2020, con un obiettivo obbligatorio intermedio di 130 g/km nel 2015. Multe a gruppi che «sforano»: 95 euro/g per ogni auto della flotta. Vantaggi per i consumatori, risparmio petrolio, stimolo a innovazione

BRUXELLES - La Commissione europea ha confermato gli obiettivi per la riduzione obbligatoria delle emissioni di CO2 dalle nuove auto passeggeri e dai nuovi furgoni commerciali che verranno fabbricati nell'Ue, varando nuove norme sulle modalità di attuazione. Non era scontato, viste le forti pressioni che, nel contesto della crisi economica, sono state esercitate sull'Esecutivo comunitario affinché procedesse a una revisione al ribasso delle sue ambizioni.

I NUOVI LIMITI - Le emissioni medie provenienti dalle autovetture nuove dovranno passare dagli attuali 135,7 grammi di CO2 a chilometro del 2011 a 95 g/km nel 2020, con un obiettivo obbligatorio intermedio di 130 g/km nel 2015. Le emissioni dai veicoli commerciali leggeri (Van) saranno ridotte invece dai 181,4 g di CO2/km nel 2010 (l'ultimo anno per cui sono disponibili dati) a 147 g/km nel 2020 con un obiettivo obbligatorio intermedio di 175 g/km nel 2017.
Gli obiettivi di riduzione obbligatori delle emissioni di CO2 dalle auto erano già previsti della legislazione europea vigente, in un regolamento del 2009 che però doveva essere sottoposto quest'anno a revisione da parte della Commissione, sulla base di un'analisi tecnica ed economica approfondita, prima di procedere al varo dei regolamenti di attuazione, che dovranno ora essere approvati in co-decisione dal Parlamento europeo e dal Consiglio Ue.

PENALIZZATA L'INDUSTRIA TEDESCA - La revisione non ha portato cambiamenti (nonostante le pressioni dei produttori di grosse auto) all'impianto di fondo della normativa per il taglio delle emissioni, che impone obiettivi differenziati di riduzioni di CO2 (in valore assoluto) per ciascun gruppo industriale, sulla base del peso medio ponderato della propria flotta. In pratica, ogni gruppo dovrà ridurre le emissioni del 19% dal 2006 al 2015 e del 27% dal 2015 al 2020, secondo una curva (con peso in ascissa e CO2 emesso nelle ordinate) che ha una pendenza del 60%. In termini assoluti, le vetture più grandi e pesanti (tipicamente quelle tedesche), che emettono quantità maggiori di CO2, dovranno ridurre le emissioni di più delle vetture piccole e leggere (italiane e francesi)

MULTE A CHI SFORA - I gruppi industriali che 'sforeranno' gli obiettivi di riduzione delle emissioni dovranno pagare una multa, imposta direttamente dalla Commissione (come accade nella politica di concorrenza) pari a 95 euro per grammo in eccesso (rispetto al'obiettivo imposto a ciascun costruttore), moltiplicato per tutte le vetture della flotta. L'Esecutivo Ue ha tenuto duro su questo punto, che le lobby industriali avrebbero voluto annacquare.

POSSIBILE COMPENSARE - C'è tuttavia una possibilità di 'compensare' le emissioni in eccesso delle auto più 'sporche' se lo stesso gruppo che le produce costruisce anche auto a bassissime emissioni (ibride, elettriche o a idrogeno). Dal 2015 al 2020, infatti, ogni auto che emette meno di 50 g/km di CO2 varrà 1,5 unità ('supercredit') nel calcolo del peso medio ponderato della flotta. Nelle proposte varate oggi, questo dispositivo - criticato dalle Ong ambientaliste che vi vedono un espediente per non pagare le multe - sarà modificato nel 2020 con l'abbassamento del limite a 35 g/km di CO2, la riduzione del 'supercredit' a 1,3 unità e la fissazione di un 'tetto' massimo di 20.000 vetture (oltre il quale ogni auto torna a valere 1 nel peso medio ponderato della flotta).

SETTORE IN CRISI - L'analisi d'impatto - chiesta a gran voce dall'industria dell'auto, che paventava conseguenze disastrose, a causa dell'aumento dei costi, per un settore già in profonda crisi di sovrapproduzione - ha dimostrato che «gli obiettivi per il 2020 sono raggiungibili, economicamente giustificati e con un buon rapporto costi/efficacia», afferma la Commissione in una nota, sottolineando che la tecnologia per operare le riduzioni delle emissioni «è già facilmente disponibile, e il suo costo è notevolmente più basso di quanto si stimava in precedenza».

IMPULSO ALL'INNOVAZIONE - Inoltre, secondo l'Esecutivo comunitario lo sforzo industriale per la riduzione delle emissioni dovrebbe dare impulso all'innovazione, alla competitività all'occupazione in Europa, portando benefici non solo all'ambiente e al clima ma anche alla stessa industria. E naturalmente ai consumatori, che «risparmieranno in media circa 340 euro di combustibile il primo anno di uso di un'auto nuova in grado di emettere meno di 130 g di CO2/km (obiettivo del 2015), e un totale stimato fra i 2.904 e i 3.836 euro nel suo intero ciclo di vita».

RISPARMI PER 30 MILIARDI DI EURO - Complessivamente, la Commissione stima che, con il conseguimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni, ogni anno i consumatori europei potranno risparmiare circa 30 miliardi di euro, il Pil dell'Ue potrebbe aumentare di 12 miliardi di euro e gli investimenti per l'occupazione di circa nove miliardi di euro. Le proposte nel complesso «consentirebbero di risparmiare 160 milioni di tonnellate di petrolio, del valore di circa 70 miliardi di euro secondo i prezzi odierni, ed evitare l'emissione di circa 420 milioni di tonnellate di CO2 nel periodo fino al 2030».