18 agosto 2025
Aggiornato 21:30
Juncker: Senza riforme, nessun aiuto per Atene

Grecia, Papademos vede i leader politici su nuovi aiuti

Il Governo greco sta negoziando da settimane la definizione di un programma di aggiustamento strutturale del Paese in cambio di un prestito di almeno 130 miliardi di euro, dopo quello da 110 miliardi ricevuto nel maggio 2010 dalla troika contro la bancarotta

ATENE - Il premier greco Lucas Papademos ha incontrato oggi i leader dei tre partiti di governo per chiedere il loro pieno sostegno al piano di riforme chiesto dai partner europei e dal Fondo monetario internazionale (Fmi) per un nuovo piano di aiuti da 130 miliardi di euro.
George Papandreou, Antonis Samaras e George Karatzaferis, rispettivamente leader del partito socialista, di Nuova democrazia (destra) e del Laos (estrema destra), sono stati invitati dal premier a vincere le obiezioni dei partiti contro le nuove misure di austerità chieste dai creditori.
Il governo greco sta negoziando da settimane la definizione di un programma di aggiustamento strutturale del Paese in cambio di un prestito di almeno 130 miliardi di euro, dopo quello da 110 miliardi ricevuto nel maggio 2010 dalla troika contro la bancarotta. I negoziati, definiti oggi «sovrumani» da un alto funzionario governativo, mirano ad evitare la bancarotta della Grecia. Allo stesso tempo, Atene è impegnata da settimane in un difficile negoziato con i creditori privati sulla ristrutturazione del suo debito.

Juncker: Senza riforme, nessun aiuto per Atene - Gli aiuti alla Grecia non arriveranno a ogni costo. Lo ha detto il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker in un'intervista al settimanale tedesco Spiegel, sottolineando che se Atene non rimetterà in ordine i propri conti un default potrebbe non essere evitato.
Se la Grecia non dovesse portare avanti le riforme necessarie, non dovrebbe poi «aspettarsi atti di solidarietà dagli altri Paesi», ha detto Juncker, sottolineando che «se dovessimo arrivare alla conclusione che tutto sta andando male in Grecia, non ci sarebbe un nuovo programma e questo significherebbe che a marzo ci sarebbe una dichiarazione di bancarotta».
Anche solo la possibilità che una cosa del genere possa verificarsi, dovrebbe dare ad Atene la forza per agire rapidamente sui punti su cui al momento il Paese è in stallo. In particolare, ha detto Juncker, non si può prescindere dalla privatizzazione di alcune società statali: «la Grecia deve sapere che non faremo marcia indietro sul tema della privatizzazione».