Obama: Per l'Iraq è l'inizio di una nuova era
Il Presidente americano lo ha detto in conferenza stampa con il Premier iracheno al-Maliki. La guerra in Iraq ebbe inizio nel 2003. Da allora, nel conflitto costato oltre 1.000 miliardi di dollari hanno perso la vita decine di migliaia di iracheni e 4.474 truppe americane. La società militare Blackwater cambia nome per la seconda volta
NEW YORK - Siamo qui per segnare la fine della guerra e cominciare una nuova era di relazioni tra le nostre nazioni. Così il presidente degli Stati Uniti Barack Obama in una conferenza stampa congiunta con il primo ministro iracheno Nouri al-Maliki ha voluto aprire un nuovo capitolo nelle relazioni tra Washington e Baghdad. Maliki è stato ricevuto alla Casa Bianca a meno di tre settimane dalla fine del ritiro delle truppe statunitensi dall'Iraq e dopo oltre otto anni dall'inizio dell'invasione condotta senza l'avallo delle Nazioni Unite per rovesciare il regime di Saddam Hussein.
«L'Iraq è una nazione sovrana, autonoma e democratica. Quando mi sono insediato 150.000 soldati americani erano di stanza in Iraq. Ora ne sono rimaste solo alcune migliaia. È la stagione dei ritorni a casa. Ora vogliamo una relazione a tutto tondo con l'Iraq», ha detto Obama sottolineando come entro la fine del mese faranno ritorno negli Stati Uniti anche le ultime truppe americane.
«Quando mi sono insediato avevo detto che avrei portato a termine il conflitto responsabilmente, così è stato - ha spiegato il presidente - non avremo nemmeno una base in Iraq; manterremo una forte presenza diplomatica e continueremo a lavorare per stringere alleanze militari ed economiche simili a quelle che abbiamo con altri Paesi. Abbiamo interesse a garantire la libertà di commercio e alcuni interessi nel campo dell'antiterrorismo. Ma quel che stiamo facendo oggi è normalizzare la relazione tra i due Paesi».
Ciononostante, il presidente ha evidenziato come «la presenza americana nel Medio Oriente non verrà meno». Parlando dopo Obama, Maliki ha detto che l'Iraq sta facendo affidamento sulle proprie forze di sicurezza ma ha evidenziato come il Paese continua ad avere bisogno dell'aiuto americano, in particolare per quanto riguarda l'intelligence e la lotta al terrorismo: «la nostra relazione con gli Stati Uniti non terminerà quando l'ultimo soldato americano lascerà l'Iraq».
La guerra in Iraq ebbe inizio nel 2003. Da allora, nel conflitto costato oltre 1.000 miliardi di dollari hanno perso la vita decine di migliaia di iracheni e 4.474 truppe americane. Dopo la conferenza stampa, Obama, Maliki e il vice presidente americano Joe Biden hanno deposto una corona di fiori durante una cerimonia per commemorare i caduti americani in Iraq. Proprio oggi, il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha anche annunciato ufficialmente che la missione di addestramento dell'Alleanza nel Paese mediorientale terminerà il 31 dicembre, data della scadenza del mandato.
Gli USA vogliono vendere 18 caccia F-16 a Baghdad - Gli Stati Uniti intendono vendere 18 caccia-bombardieri F-16 all'Iraq: lo ha annunciato la Casa Bianca durante la visita a Washington del primo ministro iracheno Nouri al Maliki. L'operazione commerciale, secondo quanto riferito, conferma la determinazione di Baghdad di «proteggere la sua sovranità».
«Oggi l'amministrazione ha comunicato al Congresso la sua intenzione di vendere una seconda tranche di 18 F-16 all'Iraq», ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, Tommy Vietor.
Questa transazione «mette in luce i progressi che l'Iraq ha fatto per gestire la propria sicurezza e la sua determinazione a proteggere la sua sovranità e la sua indipendenza», ha aggiunto la stessa fonte.
La società militare Blackwater cambia nome per la seconda volta - Blackwater cambia nome per la seconda volta e diventa Academi. Ted Wright, presidente e amministratore delegato della società militare, ha rivelato al Wall Street Journal che cambierà il logo e il nome dell'azienda per sottolineare un cambiamento di strategia.
L'azienda è il maggiore fornitore di servizi di sicurezza per il governo americano, cui fornisce quasi 1000 operatori di sicurezza (quasi tutti ex militari), prevalentemente assegnati ad operazioni di protezione del personale diplomatico in teatro di guerra. Fondata nel 1997 da Erik Prince, ex membro dell'unità speciale Navy Seal, ha cambiato nome in Xe nel 2007, quando le procedure tattiche preventive adottate in Iraq (ritenute da molti troppo pericolose) hanno portato a un incidente a Baghdad in cui 17 iracheni (di cui almeno 14 civili innocenti) sono rimasti uccisi dal fuoco degli operatori della Xe. Le critiche che hanno seguito l'incidente, insieme all'avvio di un'inchiesta da parte del Congresso americano, hanno portato al ritiro della società militare dall'Iraq.
L'ex militare Prince ha lasciato l'azienda nel 2010 e quest'estate il suo posto è stato occupato da Wright, che non esclude un ritorno in Iraq. «Penso che torneremo a operare nel territorio», ha detto il nuovo amministratore delegato della società, «riprenderemo il business in Iraq».