5 maggio 2024
Aggiornato 18:30
Alle stelle la tensione già altissima con i Paesi occidentali

Iran, manifestanti assaltano l'ambasciata britannica a Teheran

Decine di manifestanti hanno attaccato, occupato e saccheggiato oggi due sedi dell'ambasciata della Gran Bretagna. Il Ministro degli Esteri Hague: Ci saranno «gravi conseguenze». Condanne da numerosi Stati, inclusa la Russia. Il Premier Cameron: l'attacco all'ambasciata è un «oltraggio indifendibile». Obama: «inaccettabile»

TEHERAN - Decine di manifestanti hanno attaccato, occupato e saccheggiato oggi due sedi dell'ambasciata della Gran Bretagna a Teheran, portando alle stelle la tensione già altissima con i Paesi occidentali, in particolare sulla vicenda del dossier nucleare iraniano. I manifestanti, descritti come «studenti basidji» (milizie pro-regime) dagli organi di informazione ufficiali iraniani, sono penetrati per ben due volte nei locali dell'ambasciata situata nel centro di Teheran e hanno occupato per molte ore l'edificio dell'ex residenza britannica in un parco del nord della capitale: nel corso dell'assalto sono stati temporaneamente presi in ostaggio anche sei impiegati dell'ambasciata, riportando alla memoria la crisi degli ostaggi dell'ambasciata americana nel 1979. Le forze dell'ordine nel pomeriggio hanno cercato di ottenere che i dimostranti lasciassero i due siti, secondo i media locali, e la manifestazione si è conclusa a fine giornata, con numerosi danni materiali.

Hague: Conseguenze gravi - Il ministro degli Esteri britannico William Hague ha denunciato una «grave violazione della Convenzione di Vienna» sulle relazioni diplomatiche, affermando che Londra considera «il governo iraniano responsabile per non aver saputo prendere misure adeguate alla protezione dell'ambasciata». Hague ha minacciato «gravi conseguenze» per l'assalto, mentre a New York il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha condannato «nei termini più severi» l'attacco.

La dinamica degli incidenti - La polizia in tenuta anti-sommossa presente in forze non è intervenuta in occasione del primo attacco all'ambasciata nel primo pomeriggio, consentendo ai manifestanti di scalare il muro di recinzione del parco dove si trova l'ambasciata. I dimostranti hanno in seguito infranto i vetri dell'edificio prima di entrare all'interno e saccheggiarne una parte, gettando documenti e oggetti dalle finestre, secondo le immagini trasmesse dalla televisione di Stato che ha seguito la manifestazione in diretta. Sgomberati senza violenze dalle forze dell'ordine dopo un'ora d'occupazione, i manifestanti sono di nuovo riusciti a penetrare nella sede diplomatica in cui hanno incendiato documenti e distrutto immagini della Regina Elisabetta, a dispetto di un intervento della polizia che ha provocato diversi feriti e appelli delle autorità a mettere fine alla manifestazione.

Rimossa la bandiera britannica - I miliziani, tristemente famosi per il loro ruolo nella repressione della protesta civica dell'«onda verde» due anni fa, hanno inoltre simbolicamente rimosso la bandiera britannica che sventolava sull'ambasciata, sostituendola con la bandiera iraniana. Un altro gruppo di circa 200 «studenti» islamici, secondo gli organi di informazione, ha attaccato contemporaneamente la sede dell'ex residenza britannica situata in un parco a nord di Teheran, dove l'ambasciatore non abita più ma che ha conservato il suo status diplomatico. I basidji hanno trattenuto per un certo tempo sei dipendenti dell'ambasciata prima che quest'ultimi fossero liberati su intervento della polizia, che ha bloccato gli accessi per «mettere fine alla manifestazione», secondo i mass media. Tutti i cittadini britannici all'interno di questo compound come l'ambasciata sono «in sicurezza» , ha indicato a fine giornata il ministro degli Esteri britannico William Hague.
In serata il ministero degli Esteri iraniano si è detto «rammaricato» per l'assalto contro l'ambasciata britannica a Teheran, ma Londra ha invitato tutti i suoi cittadini in Iran a non uscire «di casa» e a «mantenere un profilo basso».

Condanna unanime - Durante l'attacco, centinaia di manifestanti si sono radunati davanti la sede diplomatica per chiedere la sua chiusura e l'espulsione «immediata» dell'ambasciatore, in rappresaglia alle nuove sanzioni assunte dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna contro il controverso programma nucleare. Il Foreign Office britannico si è detto «indignato» dalla «inaccettabile irruzione» di dimostranti nella sua ambasciata a Teheran, avvenuta in un contesto di viva tensione diplomatica tra i due Paesi. Molti Stati, fra cui Italia, Stati Uniti, Nazioni Unite, Francia e Russia, hanno duramente condannato l'attacco «inaccettabile» contro la missione diplomatica britannica: il ministro italiano Giulio Terzi, nella sua condanna ha definito l'accaduto come «assolutamente intollerabile».

La crisi del 1979 - Ieri, l'ambasciata aveva pubblicato un comunicato per chiedere alle autorità iraniane di adottare misure «adeguate» per proteggere i suoi edifici in occasione della manifestazione. Il Parlamento iraniano ha votato domenica una legge che riduce le relazioni diplomatiche a livello d'incaricato d'affari e l'espulsione dell'ambasciatore britannico entro due settimane.
Questa decisione è stata presa come rappresaglia contro le nuove sanzioni economiche contro l'Iran decise la settimana scorsa da Londra, in coordinamento con Stati Uniti e il Canada, dopo la pubblicazione di una relazione dell'Aiea (agenzia internazionale per l'energia atomica) che sostiene i sospetti degli occidentali secondo i quali Teheran avrebbe lavorato alla fabbricazione di un'arma nucleare malgrado le sue smentite ripetute. Lo scenario degli attacchi contro l'ambasciata della Gran Bretagna ricorda la crisi seguita all'occupazione dell'ambasciata degli Stati Uniti nel novembre 1979, seguita dal sequestro di 52 diplomatici per 444 giorni e che aveva avuto come conseguenza la rottura delle relazioni tra Teheran e Washington.

Cameron: l'attacco all'ambasciata è un «oltraggio indifendibile» - L'attacco all'ambasciata britannica a Teheran è stato «un oltraggio indifendibile», legato a un «inaccettabile fallimento» del tentativo di proteggere la sede diplomatica. Lo ha detto il primo ministro di Londra, David Cameron, secondo quanto riferisce il Telegraph online.
«Il fallimento del governo iraniano nella protezione dello staff e della sede è stato una disgrazia. La nostra immediata priorità è la sicurezza del nostro staff. Ho parlato con l'ambasciatore nel pomeriggio e sono stato rassicurato che tutti stanno bene», ha commentato Cameron.
Il premier britannico ha spiegato che Londra ritiene «il governo iraniano responsabile per questo inaccettabile fallimento nella protezione del corpo diplomatico, in linea con le leggi internazionali». «I responsabili di questi attacchi criminali devono essere condotti davanti alla giustizia», ha avvertito Cameron, aggiungendo che «il governo iraniano deve sapere che ci saranno serie conseguenze per il fallimento nella protezione dello staff diplomatico».

Obama: «inaccettabile» - L'assalto all'ambasciata britannica a Teheran è «inaccettabile». Così il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha voluto condannare l'attacco alla missione diplomatica inglese in Iran, saccheggiata martedì da un gruppo di manifestanti. Il presidente ha detto che l'assalto «non è accettabile» e che tutti noi «siamo profondamente disturbati da quanto avvenuto».
In precedenza, il portavoce Jay Carney aveva fermamente condannato l'assalto sottolineando come gli Stati Uniti sono «pronti a sostenere il loro alleato britannico in questo momento di difficoltà».