24 settembre 2023
Aggiornato 01:30
Rivolta in Yemen

Il pugno duro di Saleh, 48 morti in due giorni

Proteste contro il presidente yemenita soppresse nel sangue a San'a. Sullo sfondo delle proteste è arrivato l'inviato delle Nazioni Unite Jamal Benomar

SAN'A - Il contestato presidente yemenita Ali Abdallah Saleh è tornato a usare il pugno duro contro i manifestanti che da fine gennaio chiedono le sue dimissioni. Da ieri sono 48 le vittime delle violenze, quasi tutte a San'a: venti persone, tra cui tre soldati dissidenti e due bambini, sono state uccise questa mattina nella capitale yemenita dalle forze di sicurezza, mentre ieri gli agenti hanno aperto il fuoco contro il corteo anti-Saleh a San'a uccidendo 26 manifestanti. Altre due persone sono state uccise oggi a Taez, culla della contestazione e seconda città dello Yemen.

Sullo sfondo delle proteste, sono arrivati oggi a San'a l'inviato delle Nazioni Unite in Yemen, Jamal Benomar e il mediatore del Golfo nella crisi yemenita, Abdellatif al Zayani, per seguire la firma di un documento proposto dall'Onu per la realizzazione di un piano di uscita dalla crisi elaborato dalle monarchie del Golfo, ha indicato una fonte diplomatica sotto condizione di anonimato. «La firma del piano da parte di Hadi potrebbe avvenire nei prossimi giorni», ha aggiunto la fonte vicina alle trattative.

Saleh, in convalescenza a Riad dal 4 giugno scorso in seguito all'attacco contro il suo palazzo presidenziale in cui è rimasto gravemente ferito, è al potere dal 1978. La settimana scorsa ha dato il via libera al suo vice-presidente di negoziare e firmare con l'opposizione il trasferimento dei poteri, secondo il piano proposto dalle Monarchie del Golfo ed elaborato assieme a Stati Uniti e Unione Europea. Il piano prevede la formazione da parte dell'opposizione di un governo di unità nazionale e le dimissioni di Saleh in cambio dell'immunità per il capo di Stato e la sua famiglia. Seguiranno elezioni presidenziali anticipate, in una data che resta da fissare, che dovranno garantire la «transizione pacifica e democratica dei poteri».