20 aprile 2024
Aggiornato 13:30
La rivolta siriana

Siria, continuano le manifestazioni: 18 morti nelle ultime 24 ore

Nuove proteste in concomitanza con la giornata della preghiera. Ieri l'opposizione attraverso internet aveva chiamato a una protesta a oltranza contro il regime fino alla sua deposizione

NICOSIA - Almeno altri diciotto civili siriani sono stati uccisi dalle forze di sicurezza nel corso delle ultime 24 ore nelle numerose manifestazioni anti-governative indette dall'opposizione soprattutto per oggi, in concomitanza con la giornata di preghiera. Ieri l'opposizione attraverso internet aveva chiamato a una protesta a oltranza contro il regime fino alla sua deposizione.

Come riportano fonti delle organizzazioni siriane per la difesa dei diritti umani, gli scontri più gravi sono avvenuti nella località di Hilfaya dove quattro persone sono state uccise e altri undici ferite, di cui tre in modo grave; nella vicina Hama gli agenti hanno circondato la moschea di Saad Ben abi Waqas per prevenire una protesta anti-regime.

Altre due persone sono state uccise nel villaggio di Sargé e una terza a Kafar Ueid, nella regione di Jabal al-Zawia; altri due manifestanti sono stati uccisi ad Homs, dove migliaia di persone sono scese per le strade in diversi quartieri. Numerosi carri armati e trasporto truppe stanno dirigendo verso la località di Maarat al-Noamane, nel nord del Paese, dove ieri almeno due manifestanti sono stati uccisi e altre 73 feriti nel corso di rastrellamenti dell'esercito.

Infine, a Jabal al-Zawia e Homs sono stati scoperti i corpi di otto persone uccise nell'arco delle ultime 24 ore; la televisione di Stato siriana da parte sua ha annunciato l'uccisione di un agente di polizia nella località di Basr al-Harir, nel corso di un attacco condotto da un «gruppo armato» contro le forze dell'ordine. Dall'inizio delle proteste contro il governo, nello scorso mese di marzo, la repressione del regime di Bashar al Assad ha causato oltre 2.700 morti e migliaia di dispersi; almeno 15mila civili si trovano attualmente detenuti nelle carceri siriane.