28 marzo 2024
Aggiornato 21:00
Rivolta in Libia

Morte figlio Gheddafi, Tripoli smentisce i ribelli

La Nato e la Francia non avevano confermato la notizia. Nel mentre il regime libico prende le distanze da Seif al Islam Gheddafi

TRIPOLI - Le autorità di Tripoli hanno smentito la morte di Khamis Gheddafi, figlio del leader libico Muammar, che secondo fonti ribelli era stato ucciso in un bombardamento della Nato su Zliten.
«Le informazioni relative alla morte di Khamis in un raid aereo della Nato sono delle tristi menzogne destinate a nascondere la morte di civili in una città pacifica», ha dichiarato il portavoce del governo di Tripoli, Moussa Ibrahim.

La notizia della morte del figlio di Gheddafi era stata annunciata dai ribelli citando fonti dei propri servizi segreti, ma non era staat confermata né dalla Nato né dalla Francia: «Ricordo che la Nato applica una risoluzione del Consiglio di Sicurezza e protegge i civili dagli attacchi del regime di Gheddafi: le incursioni, che hanno unicamente obbiettivi militari, si effettuano in questo contesto», ha spiegato una portavoce del Ministero della Difesa di Parigi.

La Nato da parte sua ha confermato di aver condotto questa notte due incursioni aeree, colpendo un deposito munizioni dentro la città e un comando della polizia militare sei pressi della linea del fronte, ma non ha confermato la notizia della morte di Khamis: «Non prendiamo di mira degli individui in particolare e esaminiamo con attenzione ogni rapporto su eventuali vittime civili», ha riferito un portavoce militare della Nato.

Secondo fonti ribelli il 28enne Khamis si trovava fra le 32 vittime che sarebbero state causate dalle incursioni: ufficiale di carriera, diplomato all'accademia di guerra russa, Khamis Gheddafi comanda una delle brigate d'elite dell'esercito libico e dirige le operazioni sul fronte di Zliten.

Tripoli prende le distanze da Seif al Islam Gheddafi - Il governo del colonnello Muammar Gheddafi ha preso le distanze dalle dichiarazioni rilasciate il giorno precedente dal figlio del leader libico, Seif al Islam Gheddafi, riguardo a un possibile accordo di pace con una fazione ribelle integralista. Lo riporta il New York Times. Musa Ibrahim, un portavoce del governo, ha detto ieri che il giovane Gheddafi ha parlato solo a titolo personale, e non per conto del governo. Anche il vice ministro degli Esteri, Khalid Kaim, ha precisato Seif al Islam non ha parlato a nome del governo.
La presa di distanza dal figlio del leader libico, sottolinea il New York Times, rappresenta «un raro segno di discordia all'interno del governo del colonnello Gheddafi». L'annuncio di Seif al Islam, considerato il successore del padre, di una possibile alleanza con gli integralisti islamici - da sempre combattuti dal regime libico - ha sorpreso sia Ibrahim sia altri membri del governo di Tripoli. Gli stessi ribelli chiamati in causa hanno smentito qualsiasi trattativa con il regime di Gheddafi, ribadendo il loro sostegno alla rivolta in corso.