18 aprile 2024
Aggiornato 06:00
A quasi due mesi dall'inizio delle operazioni militari in Libia

USA: Ambasciata degli insorti a Washington

La Nato bombarda la capitale libica: 3 morti. L'Onu nel mentre prosegue con la mediazione

TRIPOLI - A quasi due mesi dall'inizio delle operazioni militari in Libia, Tripoli ha vissuto la sua notte più lunga. Intensi raid aerei della Nato hanno colpito più obiettivi sensibili della capitale. Le incursioni hanno avuto inizio attorno all'una di notte, prendendo di mira in particolare la zona di Bab Al-Aziziya, quartier generale del leader libico Muammar Gheddafi. Più di 15 esplosioni sono state udite in questa area. Il regime ha fatto sapere che almeno tre persone sono morte e altre 150 sono rimaste ferite. Un'operazione che segna una escalation nell'uso della forza contro il regime, proprio nel giorno in cui l'amministrazione di Barack Obama ha invitato il Consiglio nazionale di transizione libico ad aprire una rappresentanza diplomatica a Washington.

Il bombardamento è stato lanciato poche ore dopo l'annuncio di Francia e Regno Unito di aver messo a disposizione dell'Alleanza Atlantica elicotteri da combattimento, con l'intento di condurre attacchi al suolo «più precisi». La Nato ha fatto sapere di avere usato «un certo numero di armi guidate di precisione» per colpire un sito «noto per essere stato attivo fin dall'inizio della repressione del regime contro la popolazione nel febbraio 2011». «Lo è rimasto da allora, rifornendo le forze del regime che hanno condotto attacchi contro civili innocenti», ha sottolineato l'Alleanza in un comunicato, ricordando che «le forze di Gheddafi continuano a rappresentare una minaccia per i civili».

Secondo Ibrahim, la Nato ha lanciato «tra 12 e 18 incursioni contro una caserma della guardia popolare», unità di volontari che appoggiano l'esercito. «La caserma era vuota, la maggioranza delle vittime sono civili che abitano nelle vicinanze», ha detto Ibrahim. All'ospedale di via Zawiyah, non lontano dalla caserma, un giornalista della France presse ha visto tre corpi stesi su delle barelle. Si tratta di tre giovani con gravi ferite alla testa. Secondo testimonianze raccolte all'ospedale, i tre giovani, due fratelli e un cugino, abitavano non lontano dalla caserma, nell'area di Bab Al-Aziziya.

Intanto, l'inviato speciale dell'Onu per la Libia, il giordano Abdel Ilah Khatib, ha confermato che incontrerà domani a Doha alcuni responsabili del Consiglio nazionale di transizione libico (Cnt) nel quadro degli sforzi delle Nazioni Unite che mirano a trovare una soluzione politica al conflitto in Libia. L'obiettivo, ha detto Khatib prima della sua partenza da Amman, è proprio quello di «trovare una soluzione politica e applicare le risoluzioni 1770 e 1973 sul cessate il fuoco e la protezione delle popolazioni civili», ha detto.

Il Cnt rifiuta qualsiasi negoziato con il colonnello Muammar Gheddafi, il cui addio al potere è considerato come una condizione imprescindibile per l'inizio di ogni tipo di trattativa. Khatib ha sottolineato l'importanza «di fare pervenire gli aiuti umanitari in tutte le regioni della Libia e di realizzare le ambizioni legittime del popolo libico».