23 aprile 2024
Aggiornato 13:00
Oggi lo sciopero generale

L'opposizione siriana intensifica la lotta

Arrestato dalle forze speciali siriane un leader dell'opposizione

DAMASCO - L'opposizione siriana ha indetto per oggi uno sciopero generale, per sfidare nuovamente il regime di Bashar al Assad, mentre si intensificano le pressioni internazionali su Damasco, con gli Stati Uniti che hanno annunciato l'adozione di «misure supplementari» nei prossimi giorni.

«Mercoledì sarà una giornata di sciopero generale in Siria» ha annunciato un comunicato pubblicato sulla pagina di Facebook di «Syrian Revolution 2011», motore del movimento di protesta lanciato contro il regime a metà marzo. «Facciamo di questo mercoledì un venerdì (giornata tradizionale di manifestazioni), con proteste massicce, niente scuola, niente università, niente negozi o ristoranti aperti e niente taxi».

Le contestazioni contro il regime di Assad continuano, nonostante siano morte oltre 800 persone in due mesi di repressioni, stando a un bilancio fornito dalle Ong. Le persone arrestate sono invece oltre 8.000. E' di ieri la notizia che domenica mattina all'alba le forze di sicurezza siriane hanno arrestato a Banias, nell'ovest del paese, un leader dell'opposizione, Anas al-Shoughri. Lo ha riferito all'Afp Rami Abdel Rahmane, un attivista per i diritti dell'uomo.

Intanto, mentre il ministero dell'Interno siriano ha smentito l'esistenza di una fossa comune nella località di Daraa, si intensificano le pressioni della comunità internazionale sulla Siria. Il segretario di Stato Usa Hillary Clinton, parlando in conferenza stampa al termine di un incontro con la responsabile della diplomazia dell'Unione Europea, Catherine Ashton, ha annunciato che «nei prossimi giorni» saranno adottate «misure supplementari» in risposta alla repressione violenta portata avanti dal regime di Assad.

Il ministro degli Esteri francese, Alain Juppé, ha da parte sua dichiarato di fronte all'Assemblea Nazionale che al Consiglio di Sicurezza si sta delineando una maggioranza di paesi pronti a condannare la Siria per le violenze, precisando che esiste ancora una minaccia di veto da parte di Mosca o Pechino.