I Palestinesi commemorano Arrigoni, mentre Hamas accusa Israele
Per l'intelligence di Gerusalemme Vittorio ucciso da gruppo di al Qaida
ROMA - La società civile palestinese lo commemora, interrogandosi sugli assassini e le loro motivazioni. Hamas, senza indugi, punta il dito contro Israele. Mentre in Italia cresce lo sdegno per la «barbarie terroristica».
L'uccisione a Gaza di Vittorio Arrigoni - attivista dell'International solidarity movement (Ism) - da parte di un presunto gruppo salafita ha scosso la popolazione palestinese, che ha commemorato il volontario italiano. «La società civile palestinese è indignata, ha organizzato diverse manifestazioni per dimostrarlo. E questa è la ragione che ci spinge a restare» ha dichiarato a TM News Silvia Todeschini, attivista, come Arrigoni, dell'Ism. «A uccidere Vittorio - ha aggiunto - è stato un gruppo di estremisti isolati». E se per Samir Al Qariouty, commentatore per BBC e Al Jazeera - intervistato da TM News - chi ha ucciso Arrigoni voleva colpire la causa palestinese, perché «è stato scelto un simbolo di grande umanità e solidarietà, eliminarlo rispondeva a parecchie esigenze dei nemici di una futura Palestina», Hamas è stata ancora più diretta, accusando esplicitamente Israele.
L'organizzazione, che governa la striscia di Gaza e a cui i sequestratori di Arrigoni avevano chiesto la liberazione di loro uomini detenuti dalla polizia palestinese, ha puntato il dito esplicitamente contro lo Stato ebraico: «Abbiamo studiato la situazione e abbiamo capito che solo Israele poteva avere un vantaggio da un crimine di questo genere» ha detto Ahmad Yousef, consigliere politico del premier palestinese Ismail Haniyeh, al telefono con RaiNews24 da Gaza, sottolineando che in questo modo Israele «punisce le persone che mostrano solidarietà verso il popolo palestinese e che stanno cercando di interrompere l'assedio a Gaza». Ma secondo il sito israeliano Debka, vicino all'intelligence di Gerusalemme, Arrigoni sarebbe stato ucciso dalla principale organizzazione di al Qaida presente nella Striscia di Gaza, Al-Tahwir al-Jihad, perché sospettato di essere una spia, anche se il movimento smentisce ogni suo coinvolgimento.
Intanto, sul piano delle indagini, due uomini, presunti membri del gruppo di sequestratori che ha rapito e ucciso Arrigoni, sono stati già arrestati dalle forze di sicurezza di Hamas nella Striscia di Gaza, e si sta «ricercando un terzo uomo». Il corpo senza vita del cooperante italiano è stato ritrovato all'interno dell'abitazione di uno degli estremisti. Secondo le prime ricostruzioni, il 36enne italiano sarebbe stato impiccato dai suoi sequestratori.
In Italia, intanto, cresce lo sdegno per l'omicidio. In un messaggio inviato alla madre di Arrigoni, Egidia Beretta, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha espresso «sgomento» e «repulsione» per la «barbarie terroristica». «La comunità internazionale tutta - ha sottolineato il capo dello Stato - è chiamata a rifiutare ogni forma di violenza e a ricercare con rinnovata determinazione una soluzione negoziale al conflitto che insanguina la regione». A quello del presidente si sono aggiunti innumerevoli messaggi di cordoglio del mondo politico e della società civile italiana, scesa in piazza nel pomeriggio a Roma, Milano e Torino.