19 aprile 2024
Aggiornato 18:30
Omicidio Arrigoni

I salafiti attivi a Gaza, minaccia per Hamas

Almeno cinque le organizzazioni che contano centinaia di membri

GAZA - Sono diverse le organizzazioni salafite attive nella Striscia di Gaza, che sfidano l'autorità di Hamas, accusandolo di non applicare la legge islamica e di rispettare la tregua con Israele. I gruppi sono: Al-Tahwir al-Jihad (Esercito del monoteismo e della guerra santa), guidato da Hisham Saidani, Jaish al-Islam (Esercito islamico), Jaish al-Ummah (Esercito nazionale), Jund Allah (Soldati di Dio) e Ansar al Sunna.

Stando a quanto sottolineato in un'analisi condotta dal Washington Institute for Near East Policy, i leader di queste organizzazioni sono palestinesi che hanno abbandonato i movimenti di Hamas e della Jihad islamica, perchè ritenuti troppo poco 'jihadisti'. Questi gruppi «si sono moltiplicati approfittando del periodo di anarchia causato dalla lotta tra Fatah (il partito che guida l'Autorità palestinese) e Hamas, tra il 2006 e il 2007», si legge nel rapporto del marzo scorso dell'International Crisis Group.

In un'intervista rilasciata lo scorso dicembre alla France presse, uno dei leader salafiti, Abu al-Bara al-Masri ha precisato che le organizzazioni contano centinaia di militanti. Obiettivo di questi movimenti è instaurare il califfato islamico nella Striscia di Gaza, applicando la sharia (la legge islamica). A tale scopo, propugnano il ricorso alla violenza, legittimando l'uso della forza contro gli infedeli (i non musulmani), i regimi ritenuti non sufficientemente islamici, e altri considerati invece dei nemici dell'islam.

Nel corso degli anni, i salafiti hanno lanciato diversi attacchi contro istituzioni cristiane e occidentali nella Striscia, colpendo anche luoghi «non-islamici» come internet caffè e rivenditori di video. Nel 2006 hanno sequestrato il giornalista della BBC Alan Johnston; nel febbraio 2008 hanno colpito la biblioteca YMCA (Young Men's Christian Association); e nel maggio del 2008 hanno attaccato una scuola.

Per alcuni anni, Hamas ha permesso a queste organizzazioni di rafforzarsi, ritenendole espressione di un fenomeno marginale che non poneva alcuna minaccia al suo potere a Gaza. Ma negli ultimi anni i movimenti salafiti hanno esteso la propria influenza, costringendo il movimento palestinese a cambiare strategia, attaccando e arrestando i militanti salafiti. Tuttavia, «scottato dalle critiche mosse contro la ferocia degli scontri» dell'agosto 2009 a Rafah, Hamas ha deciso di tentare di riportare nei ranghi i salafiti», secondo il rapporto di International Crisis Group. Anche l'intelligence israeliana ritiene che, nonostante la campagna di arresti condotta nelle ultime settimane, Hamas abbia raggiunto un'intesa con i salafiti, che impegna questi ultimi ad operare solo nelle loro roccaforti di Khan Yunis, Deir al-Balah e Gaza City, secondo il sito Debka, vicino all'intelligence israeliana.

Lo scenario potrebbe mutare dopo l'uccisione dell'italiano Vittorio Arrigoni da parte dei salafiti, che avevano chiesto di liberare i loro leader arrestati da Hamas in cambio del rilascio del pacifista italiano. Commentando l'omicidio, il ministro degli Interni di Hamas, Ihab al-Ghoussein, ha dichiarato: «Questo crimine non rispecchia il clima di sicurezza e ordine nella Striscia di Gaza e non indica un ritorno al passato. Il governo sarà vigile nel garantire la stabilità e la sicurezza».