23 aprile 2024
Aggiornato 15:00
Crisi egiziana

Campanini: El Baradei è un «candidato credibile»

«Bisogna capire quanto seguito popolare abbia. I Fratelli musulmani avrebbero potuto dare un contributo di modificazione della situazione presente»

ROMA - L'ex direttore dell'Aiea e leader dell'opposizione in Egitto, Mohamed ElBaradei, è «un candidato credibile» in grado di sfidare Hosni Mubarak, al potere da 30 anni, nelle elezioni presidenziali in programma il prossimo settembre. E' quanto ha affermato in una intervista a TM News Massimo Campanini, docente di Storia contemporanea dei paesi arabi presso l'Università Orientale di Napoli.
Commentando la manifestazioni di piazza degli ultimi due giorni contro il regime di Mubarak, Campanini ha spiegato che si tratta di «un movimento profondo»: «Ci sono stati anni di proteste sociali in Egitto ma non avevano una incanalatura politica. Ora bisogna vedere se questo movimento riuscirà ad avere una espressione politica e a organizzarsi come forma democratica di contestazione del regime».

PRESIDENZIALI - Ad ogni modo, ha proseguito Campanini, «quest'anno ci sono le elezioni presidenziali, e si rispetta la volontà del popolo a è chiaro che né Mubarak né suo figlio Gamal potranno presentarsi a queste elezioni». «Quindi potrebbero avere qualche chance El Baradei oppure anche Omar Suleiman, il capo dell'intelligence, un personaggio che ha molto potere in Egitto». «El Baradei - ha osservato Campanini - sarebbe un candidato credibile, l'importante è vedere quanto appoggio popolare obiettivamente abbia».

FRATELLI MUSULMANI - Per quanto riguarda invece la posizione dei Fratelli musulmani, gruppo fondamentalista formalmente fuori legge ma di fatto tollerato dalle autorità del Cairo, lo studioso dell'Orientale di Napoli ha detto che «hanno perso un'occasione», tenendosi fuori dalle manifestazioni di questi giorni.
«I Fratelli musulmani avrebbero potuto dare un contributo di modificazione della situazione presente e di apertura», ha spiegato Campanini. «Ma volendosi legittimare democraticamente nei confronti del regime, e non volendo apparire troppo estremisti, stanno perdendo un'occasione per utilizzare e sfruttare un movimento di popolo che potrebbe dare un impulso veramente modificatore alla società egiziana».