Campanini: la situazione è diversa da quella in Tunisia
Il docente di Storia contemporanea dei paesi arabi all'Università Orientale di Napoli: «L'Egitto è un sistema politico ibrido»
ROMA - Per Massimo Campanini, docente di Storia contemporanea dei paesi arabi all'Università Orientale di Napoli, la situazione in Egitto, dove migliaia di persone sono scese in strada ieri e l'altro ieri per protestare contro il presidente Hosni Mubarak, è molto diversa da quella in Tunisia, dove una rivolta popolare senza precedenti lo scorso 14 gennaio ha portato alla caduta il regime di Ben Ali, ed è quindi difficile fare previsioni su ciò che potrà accadere al Cairo.
«C'è un movimento intrinseco di scontento nella popolazione egiziana» ha detto Campanini in una intervista a TM News. «Sono due o tre anni che ci sono intense lotte sociali in Egitto: aspettavano una scintilla che potesse giustificare la scesa in piazza di un movimento popolare, però io credo che la situazione sia piuttosto diversa tra la Tunisia e l'Egitto, perchè le condizioni anche sono diverse».
«Non solo l'Egitto è un paese più povero della Tunisia - ha spiegato Campanini -, ma l'Egitto è quello che si chiama un sistema politico ibrido, un sistema politico in cui nonostante ci siano dei vincoli estremamente forti e autoritari sulla gestione del potere, ci sono tuttavia degli elementi di espressione democratica, per esempio c'è una stampa relativamente libera, c'è un multipartitismo di fatto, cosa che in Tunisia non c'era; quindi se c'è anche una questione di effetto domino non credo che si possa prevedere che le cose proseguiranno su canali paralleli, perchè appunto le condizioni dei due paesi sono molto diverse».
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