3 ottobre 2025
Aggiornato 08:30
Il Papa in Gran Bretagna

«I governi salvino i paesi poveri»

L'appello del Pontefice da Londra: come gli istituti di credito anche loro sono «troppo grande per fallire»

LONDRA - A poca distanza dalla City, nella Westminster Hall, il Papa esorta i governi di tutto il mondo - che hanno salvato «istituzioni finanziarie ritenute troppo grandi per fallire» - ad usare pari solerzia per aiutare i paesi in via di sviluppo.
«Noto che l'attuale Governo si è impegnato a devolvere entro il 2013 lo 0,7% del Reddito nazionale in favore degli aiuti allo sviluppo», ha detto Benedetto XVI in un discorso ai politici, ai diplomatici e agli intellettuali britannici. «E' stato incoraggiante, negli ultimi anni, notare i segni positivi di una crescita della solidarietà verso i poveri che riguarda tutto il mondo. Ma per tradurre questa solidarietà in azione effettiva - ha proseguito Ratzinger - c'è bisogno di idee nuove, che migliorino le condizioni di vita in aree importanti quali la produzione del cibo, la pulizia dell'acqua, la creazione di posti di lavoro, la formazione, l'aiuto alle famiglie, specialmente dei migranti, e i servizi sanitari di base. Quando è in gioco la vita umana, il tempo si fa sempre breve: in verità - ha detto il Papa - il mondo è stato testimone delle vaste risorse che i governi sono in grado di raccogliere per salvare istituzioni finanziarie ritenute 'troppo grandi per fallire'. Certamente lo sviluppo integrale dei popoli della terra non è meno importante: è un'impresa degna dell'attenzione del mondo, veramente 'troppo grande per fallire'».

L'ESEMPIO DI TOMMASO MORO - «Se i principi morali che sostengono il processo democratico non si fondano, a loro volta, su nient'altro di più solido che sul consenso sociale, allora la fragilità del processo si mostra in tutta la sua evidenza. Qui si trova la reale sfida per la democrazia».
Nella sala in cui Tommaso Moro, che non si piegò alle richieste del re Enrico VIII, venne processato e condannato a morte, il Papa ha affermato di fronte a politici e diplomatici inglesi: Le questioni di fondo che furono in gioco nel processo contro Tommaso Moro continuano a presentarsi, in termini sempre nuovi, con il mutare delle condizioni sociali. Ogni generazione, mentre cerca di promuovere il bene comune, deve chiedersi sempre di nuovo: quali sono le esigenze che i governi possono ragionevolmente imporre ai propri cittadini, e fin dove esse possono estendersi? A quale autorità ci si può appellare per risolvere i dilemmi morali? Queste questioni ci portano direttamente ai fondamenti etici del discorso civile».

PREOCCUPAZIONI - Festa del Natale scoraggiata, politici cristiani invitati a contrastare la propria coscienza: sono gli esempi di una «marginalizzazione» del cristianesimo che preoccupa il Papa, come ha spiegato lo stesso Benedetto XVI nel discorso al mondo politico, diplomatico e culturale nella Westminster Hall di Londra.
«La religione - ha detto Benedetto XVI - per i legislatori non è un problema da risolvere, ma un fattore che contribuisce in modo vitale al dibattito pubblico nella nazione. In tale contesto, non posso che esprimere la mia preoccupazione di fronte alla crescente marginalizzazione della religione, in particolare del cristianesimo, che sta prendendo piede in alcuni ambienti, anche in nazioni che attribuiscono alla tolleranza un grande valore».

L'ELOGIO - Il Papa fa l'elogio dell'incontro interreligioso nell'incontro con il primate anglicano Rowan Williams, al Lambeth palace di Londra, dove ha sede l'arcivescovo di Canterbury.
«La cultura che ci circonda - ha detto Benedetto XVI - si sviluppa in modo sempre più distante dalle sue radici cristiane, nonostante una profonda e diffusa fame di nutrimento spirituale. Dall'altra, la crescente dimensione multiculturale della società, particolarmente accentuata in questo Paese, reca con sé l'opportunità di incontrare altre religioni. Per noi cristiani - ha detto il Papa - ciò apre la possibilità di esplorare, assieme ai membri di altre tradizioni religiose, delle vie per rendere testimonianza della dimensione trascendente della persona umana e della chiamata universale alla santità, conducendoci a praticare la virtù nella nostra vita personale e sociale».