20 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Thailandia

Bangkok dopo la guerriglia: 16 morti, 125 feriti

La capitale thailandese è una città militarizzata. L'esercito stringe il cerchio attorno ai manifestanti

BANGKOK - E' di dieci morti e di almeno 125 feriti il bilancio dei violenti scontri avvenuti ieri in pieno centro di Bangkok fra le «camicie rosse» e i militari thailandesi che hanno aperto il fuoco sugli anti-governativi.

In meno di 24 ore il bilancio complessivo di questa crisi che dura da metà marzo è salito così a 38 morti e a circa un migliaio di feriti. Anche tre giornalisti sono stati feriti, colpiti da proiettili, mentre seguivano gli avvenimenti: un fotografo del quotidiano thailandese Matichon, un cameraman canadese dell'emittente France 24 e un altro cameraman della televisione via cavo thailandese Voice-TV.

Gli scontri tra l'esercito e le 'camicie rosse' sono cominciati nella mattinata. I militari thailandesi hanno sparato proiettili e candelotti di gas lacrimogeni contro i manifestanti, nei pressi delle ambasciate di Giappone e Stati Uniti. Quest'ultima poi è stata chiusa. Le «camicie rosse» hanno bruciato un bus della polizia, mentre l'esercito avanzava verso il quartiere turistico e commerciale occupato dalle «camicie rosse» con l'obiettivo di riprenderne il controllo. Le autorità hanno tuttavia fatto sapere che non intendevano sgombrare oggi con la forza gli antigovernativi, asserragliati ormai da oltre due mesi nel centro di Bangkok. L'area occupata è stata intanto isolata e privata di elettricità.

Le autorità non lanceranno per il momento operazioni contro Ratchaprasong, ma ci aspettiamo nuove violenze questa sera», ha assicurato il colonnello Sunsern, esortando i «rossi» a «mettere fine alla loro protesta».