La maledizione di Katyn, sciagura nella commemorazione
70 anni fa, la polizia segreta sovietica NKVD massacrò 22.000 soldati polacchi. Celebrazioni strage avevano avviato una difficile riconciliazione
VARSAVIA - Una tragica coincidenza, che a molti in Polonia è sembrata una sinistra maledizione: la catastrofe aerea di Smolensk, in cui oggi sono morti il presidente polacco Lech Kaczynski e diversi esponenti dell'establishment politico di Varsavia è avvenuta quasi nello stesso luogo in cui, 70 anni fa, la polizia segreta sovietica NKVD massacrò 22.000 soldati polacchi, fra cui buona parte della migliore gioventù del paese.
La catastrofe è arrivata sulle ali di un odio e un'incomprensione mai sopite fra Varsavia e Mosca, per quella strage simbolo dell'oppressione sovietica che seguì per decenni: Kaczynski non aveva voluto partecipare alle commemorazioni di tre giorni fa a cui avevano partecipato il premier polacco Donald Tusk e quello russo Vladimir Putin: membro della destra più nazionalista e anti-russa, anziché stringere la mano a Putin aveva preferito recarsi a Katyn successivamente con altri membri della classe politica e militare.
La strage avvenne durante la II Guerra mondiale: nell'aprile del 1940 vennero fucilati 22.000 soldati polacchi detenuti del campo di prigionia di Kozielsk vicino al villaggio di Gnezdovo, a seguito di un decreto approvato dal Politburo. Nell'aprile 1943 venne scoperta una fossa comune dai soldati tedeschi, ma Mosca accusò la Germania di strage nazista.
Nell'aprile del 1990, Mikhail Gorbaciov aveva riconosciuto la responsabilità del regime stalinista. Ma Katyn era rimasta ugualmente una ferita aperta. Tra il 1991 e il 2004, la magistratura russa ha condotto un'indagine per accertare le responsabilità. In ultima analisi, l'inchiesta è stata chiusa senza alcuna spiegazione e il termine «crimine di guerra» non è stato accettato. Il passo di Putin è apparso quindi come un segno inequivocabile di apertura, tanto più che per la prima volta il premier russo ha condannato questo crimine dello stalinismo, affermando che «la valutazione morale delle atrocità del regime totalitario non è oggetto di revisione».
Ora la nuova tragedia getta un'ombra su questa difficile e acerba riconciliazione: se sarà accelerata o rallentata dipenderà in gran parte dal grado di fiducia reciproca e collaborazione dei due governi nelle indagini sulla catastrofe. Medvedev ha promesso che sarà studiata a fondo, «in piena e stretta cooperazione con la parte polacca». Mentre si attende l'esame delle scatole nere recuperate, il vicecapo di stato maggiore dell'aeronautica militare russa, generale Alexandre Alioshin, ha riferito che all'origine della catastrofe ci sarebbe il fatto che il pilota non avrebbe seguito le istruzioni dei controllori di volo: «Hanno ordinato diverse volte al comandante di virare su un altro aeroporto, ma nonostante questo i piloti hanno continuato la discesa».
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